Fiorentina, il futuro si decide in tre gare

Fiorentina, il futuro si decide in tre gare© LAPRESSE
Alberto Polverosi
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Dodici giorni, da domenica 2 a giovedì 13 ottobre, è il momento decisivo della stagione-dòmino della Fiorentina. Una partita agganciata all’altra, un campionato che sconfina in una coppa, un risultato che incide sull’altro. Quando gli allenatori dicono che ogni partita fa storia a sé, dicono una bugia sapendo che è una bugia. La prima tappa a Bergamo è andata male, prestazione generalmente insufficiente e sconfitta meritata. Stasera seconda tappa, in Conference League a Edimburgo contro gli Hearts. La squadra di Italiano è ultima nel girone (dietro perfino al Rfs Riga come differenza-reti), gioca per un solo risultato, la vittoria, così da sperare nel 2° posto per poi far parte del gruppetto che spareggerà con le terze classificate dei gironi di Europa League: immaginare un 1° posto del girone oggi è utopia, con l’Istanbul a punteggio pieno e in attesa di sfidare i teneri (per gli altri, non per la Fiorentina) lettoni. Il pareggio consentirebbe agli Hearts di confermarsi al secondo posto e per i viola diventerebbe definitivo il ritorno a Firenze fra una settimana. La sconfitta assumerebbe infine la veste della disfatta europea in un girone che aveva ben poco di proibitivo (o almeno così si pensava). In mezzo alle due gare con gli scozzesi, quella con la Lazio, indicativa se andasse bene stasera, preoccupante se andasse male. E al di là? Al di là può esserci ancora qualcosa o più nulla. A metà ottobre la Fiorentina potrebbe trovarsi nella condizione di una squadra che punta al riscatto o che invece è destinata fi n da allora a leccarsi le ferite.

Fiorentina, in Scozia obbligatorio vincere

Finora si è ritrovata con alcuni ottimi giocatori fuori per infortunio, come Milenkovic, come Gonzalez, come Sottil e sapendo che non avrebbe potuto contare ancora per qualche mese su Castrovilli ha preso Barak, apparso per un breve tratto al suo rendimento veronese e subito sperso insieme alla squadra. A Italiano per ora non è riuscita l’impresa della stagione scorsa, la proprietà anziché soffermarsi sui temi di calcio continua a preferire argomenti finanziari e infine la squadra ha perso quasi tutto quello che aveva, la brillantezza, la convinzione, l’organizzazione, l’aggressività. Ma tutto questo si può ancora ritrovare, basta una partita pensata bene nella fredda Scozia, contro un avversario che in Serie A, senza il suo pubblico, farebbe fatica a salvarsi. Certo, mai sottovalutare gli avversari (e il Riga in questo senso è un messaggio chiaro e fresco), però la differenza tecnica è decisamente a favore della Fiorentina. Basta farla prevalere in questa notte scozzese.


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