Italiano, è il giorno del vertice. Ma Commisso lo blinda

Il presidente: "Vincenzo un punto fermo". La posizione del tecnico:  "Va rimpiazzato chi andrà via e bisogna aggiungere qualità"
Alessandro Mita
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Dalla notte di Praga al rientro a Firenze poco prima dell’alba, fino a queste ore. La Fiorentina, dopo la sconfitta nella finale di Conference League, si è portata dietro sentimenti di cui avrebbe fatto volentieri a meno e scenari da delineare in un momento in cui il morale è sotto i tacchi. La delusione è enorme, ci vorrà tempo per smaltirla. Due finali perse sono un macigno sull’anima di Firenze. Ma oltre agli effetti del calcio giocato ci sono anche gli effetti degli effetti. Cioè il modo di ripartire senza disperdere quanto di buono è stato fatto in queste due stagioni, senza farsi prendere da rabbia e frustrazione. E ovviamente Vincenzo Italiano è la prima questione da affrontare. Dal ventre dell’Eden Arena all’aeroporto di Peretola sono successe due cose: il chiarimento che ha dato Italiano sulle linee guida del futuro viola che ha in mente e poi la netta affermazione di Rocco Commisso sull’insostituibilità dell’allenatore. Più tardi, ha preso forma l’appuntamento fra i due (e il resto della società) che dovrà dare un’indicazione sull’interrogativo principale da sciogliere: Italiano, pur con un altro anno di contratto (con opzione al 2025) che lo lega ai viola, resterà alla Fiorentina o no? L’allenatore e Commisso, a meno di ripensamenti, parleranno oggi. Si confronteranno. C’è il Napoli che attende (ma non preme) e soprattutto c’è un club, quello viola, che deve tirare una riga sulle finali perdute e ricominciare di gran carriera.

La voglia di crescere

Di fatto, il discorso di Italiano è stato chiaro: «Ho un contratto, il presidente ha detto che dopo le sfide con Inter e West Ham ci incontreremo, come fanno tutte le società, e parleremo serenamente di ogni cosa. Vedremo come sarà programmato il futuro. La Fiorentina perderà dei giocatori, dovremo rimpiazzarli. E, secondo me, se vogliamo continuare a viaggiare a questi livelli, bisognerà rinforzare tutto ciò che è a livello qualitativo questa squadra». Chiamatele garanzie, chiamatele richieste. Di sicuro, è voglia di crescere. Per farlo, Italiano sa che la Fiorentina va migliorata e che ha bisogno di rinforzi. Il nodo è lì. Perché ciò che è successo all’Olimpico e all’Eden Arena brucia maledettamente anche sulla sua pelle. A Praga, un’ora dopo la fine della partita, abbiamo visto un allenatore segnato in maniera profonda dalla delusione appena patita. «Così fa molto, molto, molto male. E’ un’esperienza che non auguro a nessuno: siamo andati a un millimetro dall’alzare due coppe e invece nei rossimi anni racconteremo di due delusioni cocenti. Questa più dell’altra». E qui Italiano ha avuto quasi uno sfogo, indirizzato verso i propri giocatori: «Mi fa male perdere con un gol del genere (riferito ovviamente alla rete al 90’ di Bowen, ndr). Quattro difensori schierati su una palla contesa, e viene fuori questa palla: l’abbiamo provata per cinque giorni. Cinque giorni. E anche i ragazzi lo sanno. Potevamo perdere con Paquetà che la mette all’incrocio o con Antonio che ne scarta tre e sfonda la rete. Ma perdere così mi fa malissimo. Avevamo preso in mano la partita. Con Mandragora e quel rigore in movimento potevamo chiuderla. Invece...».

Italiano, un punto fermo

Italiano sa di poter reagire («mi viene in mente Klopp, perse la Champions 3-1 con degli errori pazzeschi del suo portiere e l’anno dopo la vinse»), ora resta solo da capire dove. Fino a ieri all’alba, il tecnico continuerà a Firenze. Anche Rocco Commisso è stato chiaro, come il suo allenatore: «Vincenzo un punto fermo? Sì». E poi ha riparlato della sfida con il West Ham: «Meritavamo di vincere la partita, forse per 3-0, ma in campo ci sono stati alcuni casi in cui l’arbitro avrebbe dovuto fare meglio. Mi dispiace per tutti i tifosi, avremmo potuto fare di più». Più tardi, il presidente viola ha incassato anche i ringraziamenti del sindaco di Firenze, Nardella: «Da tifoso e sindaco ho avuto modo di vedere il grande impegno di Commisso e ho grande fiducia nella sua voglia di rilanciare per il futuro. Lavoreremo, con il Comune e tutte le istituzioni, con sempre più energia per sostenere la Fiorentina nei suoi progetti futuri». Intanto si parte dalla panchina. Ed è già un inizio.


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