Fiorentina, in Europa non si può più sbagliare

Leggi il commento sulla sconfitta in Conference League dei viola di Palladino
Fiorentina, in Europa non si può più sbagliare© EPA
Alberto Polverosi
3 min

All’ottava curva, la Fiorentina ha sbandato ed è uscita fuori strada, fermando a sette il numero delle vittorie consecutive fra campionato e coppa. Ha perso contro un avversario più modesto tecnicamente, si è fatta infilare due volte nel primo tempo e ora dovrà preoccuparsi anche di una qualificazione che, dopo le prime due vittorie, sembrava molto più vicina. Era seconda nella classifica di Conference League, alle spalle del Chelsea, adesso è scivolata all’ottavo posto ma con gli stessi punti (6) del gruppo destinato agli spareggi, preceduto dai viola solo per il numero di gol segnati. Da ora in avanti, non potrà più permettersi distrazioni. Fra l’altro anche il Pafos (ora al nono posto), prossimo avversario di Palladino, è a quota 6.

Se è una squadra intelligente, come ha dimostrato fino ad ora, la Fiorentina farà tesoro della lezione presa a Cipro. Per metterla in difficoltà c’è voluto un avversario che aveva più corsa, più cuore e che era pure messo bene in campo. La qualità non sempre è sufficiente, soprattutto in Europa, se non è accompagnata da idee, ritmo e intensità. Anche nell’Europa minore, come questa di Conference, le piccole crescono di continuo, anche nelle malizie (nel secondo tempo i ciprioti restavano a terra per minuti) e non vanno mai sottovalutate.

La Fiorentina ha confuso la pazienza con la lentezza e ha messo l’Apoel nelle condizioni ideali per ripartire. I viola hanno sbagliato il primo tempo e anche il secondo, sbagliato la strategia, sbagliato il senso del gioco. Forse pensavano che tenendo palla a lungo i ciprioti si sarebbero alla fine arresi. Se è stato così, hanno sbagliato anche i calcoli. La palla la tenevano Martinez Quarta e Moreno e per trascinarla su impiegavano ore. Davanti c’erano ombre: Richardson, al fianco e talvolta alle spalle di Kouame come lo aveva pensato Palladino, si è visto solo quando ha girato verso la porta, ma debolmente e centralmente, un cross di Kayode, e anche Kouame si è fatto notare quando ha fatto volare in curva una palla da mettere almeno fra i pali. Dietro invece c’erano solo dei malintesi: Kayode ha marcato male (dall’esterno invece che dall’interno) Donis sul primo gol, Martinez Quarta, Biraghi e lo stesso Kayode, in tre contro il solo Abagna, lo hanno lasciato segnare il 2-0 negli ultimi secondi del primo tempo, in fondo a un’azione iniziata con una palla smarrita fra Adli e Ikoné. Due attacchi dell’Apoel due gol, otto conclusioni e due occasioni dei viola zero gol. E soprattutto, errori sparsi per tutto il campo.

Anche a San Gallo, alla seconda partita di Conference, la Fiorentina non aveva convinto nel primo tempo ed era esplosa nel secondo ribaltando avversari e risultato. Ma ieri non è andata così, nonostante i cambi di Palladino che ha chiuso la partita con quasi tutti i titolari. L’unica vera occasione creata in quei 45' è stata quella del gol di Ikoné. In campo c’erano Beltran, Dodo, Gosens, Ranieri e Bove, ma non è bastato. Già, mancava Kean. E si è visto.


© RIPRODUZIONE RISERVATA