FIRENZE - Da gli otto gol di Kean (quattro nelle ultime due partite che sono valsi sei punti), dal secondo posto in classifica che alla fine della partita con il Verona - e Inter-Napoli ancora da disputare - era primo in coabitazione con partenopei e Atalanta, ma soprattutto dalle sei vittorie di fila in campionato (dal Milan allo stesso Verona superando via via Lecce, Roma, Genoa e Torino): da tutte queste belle cose, che sono belle qualità, riparte la Fiorentina domani a Como alla caccia della settima vittoria e Palladino lo fa con una squadra ormai con un’identità e una fisionomia precise. Una squadra consapevole.
Fiorentina, formula Kean
Consapevole di poter sostenere Kean più Beltran più Colpani più Bove (finto) esterno d’attacco: e molto presto più Gudmundsson. L’attaccante islandese da ieri è tornato ad allenarsi dentro al gruppo per fare esattamente quello che faceva prima del 20 ottobre scorso, giorno in cui a Lecce si è procurato una lesione tra primo e secondo grado al bicipite femorale della coscia destra: un mese dopo Gud è di nuovo a disposizione del tecnico campano, che oggi lo inserirà nella lista dei convocati per Como così da consentirgli di riabituarsi al clima partita magari anche con qualche minuto in campo. Poi, c’è sempre il Pafos giovedì in Conference League come prova generale per avere l’islandese in campo contro l’Inter l’1 dicembre, appuntamento già col tutto esaurito nel Franchi a metà. Da titolare.
Fiorentina, una difesa da podio
Intanto, toccherà ancora a Kean il compito di sostenere l’attacco viola sulle proprie spalle, sapendo il centravanti vercellese di poter contare sugli assist in verticale di Beltran, sui cross dalle fasce, sugli inserimenti di Adli e gli altri nel mezzo, sui lanci che fin dalla difesa (Ranieri a Torino, De Gea nel terzo gol contro il Verona) riescono ad avvicinarlo all’area avversaria per poi provare il tiro. Tutta insieme, una Fiorentina che sa quello che va fatto, che protegge il portiere spagnolo grazie al lavoro combinato della linea composta da Dodo (unico mezzo dubbio sulla fascia destra, dove Kayode insidia il brasiliano che però è tornato pimpante dalla prima convocazione in nazionale verdeoro pur senza giocare), Ranieri, Comuzzo e Gosens, e finora lo ha protetto bene come dimostrano i dieci gol al passivo: la Fiorentina ha la terza difesa meno battuta del campionato con l’Empoli e dietro solo a Juventus (7) e Napoli (9), e non subiva così poche reti dopo 12 giornate dalla stagione 2018-19.
Fiorentina, un attacco stellare
Ma sono la concretezza e l’efficacia dell’attacco (sempre va ricordato privo di Gudmundsson nel periodo ora preso in esame) il bonus-classifica attuale della squadra viola, che da sosta a sosta ha segnato ben 15 reti in cinque gare e non solo di goleada (1-0 sia al Torino che al Genova in due trasferte consecutive), conquistando altrettanti successi: i 25 gol totali finora, oltre a farne il secondo attacco in assoluto alle spalle dell’Atalanta (31), rappresentano il massimo raggiunto dal 2005-06 (allora erano stati 27 i gol al turno numero 12) ad oggi. Una Fiorentina d’attacco (e di difesa) che cerca la settima vittoria di fila: se ci riesce, avrà poi la possibilità di eguagliare il record assoluto a quota 8 (stagione 1959-60) nella super sfida all’Inter. Como permettendo: che questo ora conta e basta.