Fiorentina, Palladino sulla scia di Trapattoni

Domani l’Inter, un’analoga sfida  al vertice mancava  al Franchi da 25 anni. È caccia all’ottava vittoria di fila per il record del ‘60 di Carniglia e per la scalata alla vetta della A
Alessandro Di Nardo

Da queste parti una partita del genere la aspettavano da tanto, troppo tempo. Numeri alla mano, per trovare una sfida simile, giocata al Franchi con due squadre a queste altitudini di classifica, dobbiamo tornare alla fine dello scorso millennio. Fiorentina-Milan del febbraio '99 - eravamo a un punto più avanzato del campionato (20ª giornata) ma con un caos in vetta simile a quello odierno -. Allora la Fiorentina di Trapattoni, da capolista, affrontava il Milan di Zaccheroni e Bierhoff, che a maggio avrebbe alzato lo scudetto. Finì 0-0 e con l'infortunio nel finale di Batistuta (e, poco dopo, la famigerata fuga di Edmundo al carnevale di Rio) la Viola abdicò definitivamente nella lotta al titolo. 

Per il record

Da venticinque anni non si respira quest'aria di vertice al Franchi. Da Trapattoni a Palladino, in mezzo un quarto di secolo, un fallimento e due cambi di proprietà. La Fiorentina odierna non ha certo mire da tricolore come quella di Bati e Rui Costa ma, a inizio dicembre, si trova a pari punti con l'Inter, a -1 dal Napoli. Comunque vada, domani, dalle 18, a Campo di Marte si scriverà un pezzo di storia del club gigliato: che scende in campo anche per inseguire un record, quello delle otto vittorie consecutive in A registrato dalla Fiorentina di Luis Carniglia tra il febbraio e l'aprile del 1960. Questa Viola non perde in campionato dal 15 settembre, dal 3-2 di Bergamo. E vince da sette partite: dal 2-1 in casa col Milan al 2-0 di Como di settimana scorsa.


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L'avversario

Palladino predica calma. Ha liquidato con un sorriso, nella conferenza stampa post-Pafos, l'incoraggiamento che un giornalista cipriota ha fatto a lui e ai viola nominando la parola 'scudetto'. In questo, l'ex Monza sembra il perfetto marinaio per guidare la nave in mezzo a una tempesta di entusiasmo. Sa che l'avversario è più forte e contro l'Inter di Inzaghi si è già scottato due volte la scorsa stagione (l'ultima volta a gennaio, subendo un 1-5 in Brianza). In più c'è un trend recente da invertire. Delle ultime 14 contro l'Inter, la Fiorentina ne ha vinta solo una, mentre l'ultimo successo in casa risale all'aprile 2017, un pirotecnico 5-4 con doppiette di Vecino e Babacar e rete di Astori. 

L'attesa

Fuori dallo spogliatoio, c'è euforia. Da Toldo a De Gea, da Batistuta a Kean, Firenze è tornata a sognare. E a riempire uno stadio che, stavolta, non sarebbe bastato tutto a contenere l'entusiasmo della città, figuriamoci i soli 22mila posti disponibili. Tra i tifosi non si fanno proclami, ma in tanti ci credono. E il guanto di sfida è stato lanciato già giovedì sera, al triplice fischio della gara col Pafos, quando la curva ha incitato i ragazzi di Palladino in vista del big match coi nerazzurri e lanciato qualche sfottò nei confronti dei campioni d'Italia. Fino a qualche settimana fa sarebbe stato un peccato di presunzione, adesso no. Battere l'Inter per aprire una porta sull'ignoto e su sogni che, da queste parti, mancano da 25 anni.


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Da queste parti una partita del genere la aspettavano da tanto, troppo tempo. Numeri alla mano, per trovare una sfida simile, giocata al Franchi con due squadre a queste altitudini di classifica, dobbiamo tornare alla fine dello scorso millennio. Fiorentina-Milan del febbraio '99 - eravamo a un punto più avanzato del campionato (20ª giornata) ma con un caos in vetta simile a quello odierno -. Allora la Fiorentina di Trapattoni, da capolista, affrontava il Milan di Zaccheroni e Bierhoff, che a maggio avrebbe alzato lo scudetto. Finì 0-0 e con l'infortunio nel finale di Batistuta (e, poco dopo, la famigerata fuga di Edmundo al carnevale di Rio) la Viola abdicò definitivamente nella lotta al titolo. 

Per il record

Da venticinque anni non si respira quest'aria di vertice al Franchi. Da Trapattoni a Palladino, in mezzo un quarto di secolo, un fallimento e due cambi di proprietà. La Fiorentina odierna non ha certo mire da tricolore come quella di Bati e Rui Costa ma, a inizio dicembre, si trova a pari punti con l'Inter, a -1 dal Napoli. Comunque vada, domani, dalle 18, a Campo di Marte si scriverà un pezzo di storia del club gigliato: che scende in campo anche per inseguire un record, quello delle otto vittorie consecutive in A registrato dalla Fiorentina di Luis Carniglia tra il febbraio e l'aprile del 1960. Questa Viola non perde in campionato dal 15 settembre, dal 3-2 di Bergamo. E vince da sette partite: dal 2-1 in casa col Milan al 2-0 di Como di settimana scorsa.


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