Solo il finale è da Fiorentina

Leggi il commento sul pareggio della squadra viola in Conference League sul campo del Vitoria Guimaraes
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Venti minuti di Fiorentina sono bastati per evitare la seconda sconfitta in Conference e la seconda sconfitta di fila compreso il campionato. I viola stavano passando da un lungo periodo di autentico e giustificato entusiasmo (otto vittorie di fila) a un momento di difficoltà. Nonostante l’uno a uno nel finale, la Fiorentina portoghese non ha del tutto convinto, meglio il Vitoria per oltre un’ora. Il pareggio ha permesso alla squadra di Palladino di restare fra le prime otto: alla vigilia era terza in classifica ed ha chiuso nella stessa posizione. Saltare le due gare di spareggio è un buon vantaggio in un calendario così fitto ed è questo l’aspetto più positivo che i viola portano a casa. Il resto lascia qualche riflessione preoccupata.

Un'ora di calcio mediocre per i viola

Poche battute e si è capito perché il Vitoria Guimaraes era secondo, davanti alla Fiorentina e dietro solo al Chelsea. Si è capito pure che per i viola sarebbe stata una serata tutt’altro che facile. Per niente incisiva, per niente cattiva, per 65 minuti la squadra di Palladino ha balbettato un calcio di livello mediocre di fronte ai portoghesi che all’intervallo sono arrivati giustamente in vantaggio e nella prima parte della ripresa hanno avuto la possibilità di chiudere la partita.
Troppi errori tecnici, troppi passaggi sbagliati, troppa lentezza nella costruzione del gioco e troppa superficialità nella fase difensiva. Il primo tempo dei viola a Guimaraes ha ricordato il secondo di Bologna. Nell’azione del gol del Vitoria le due fasi negative (costruzione e difesa) sono emerse con chiarezza: Comuzzo ha sbagliato il passaggio in avanti e ha marcato male Tiago Silva, Terracciano non è arrivato sul cross e Martinez Quarta non si è accorto che Gustavo da Silva stava sfilando alle sue spalle. Non male, malissimo. Per 45 minuti la Fiorentina non ha mai creato un problema al portiere di Guimaraes.

A Guimaraes un finale da Fiorentina vera

Palladino ha insistito con i 4 attaccanti, uno dei quali, Ikoné, vede la porta come fosse una brutta strega. Il francese a destra, Beltran a sinistra, Gudmundsson davanti accanto a Kouame, un altro non proprio alleato del gol. Quattro così questa squadra non li regge, almeno in questo periodo. Si era visto anche a Bologna, quando nel secondo tempo Italiano ha messo Ferguson, il terzo centrocampista, e la Fiorentina è quasi uscita dalla partita. Ieri, in mezzo al campo, la squadra ha sofferto la superiorità numerica e il palleggio ben sviluppato dei portoghesi. Due mediani (uno dei quali era il tecnico ma timido Richardson) non potevano bastare. Quattro attaccanti hanno la possibilità di convivere quando la squadra è in brillanti condizioni fisiche e atletiche, non come la Fiorentina di questi ultimi giorni. Ora è un po’ appannata. Aveva strappato con i denti, contro il Cagliari, l’ottava vittoria di fila in campionato, poi ha perso a Bologna con una ripresa tutta rossoblù e ha stentato ieri a Guimaraes, fino a metà ripresa, quando ha ritrovato ritmo, intensità e qualità delle giocate. Kean ha sbagliato un gol davanti al portiere, Beltran è andato a un passo dall’uno a uno e alla fine Mandragora ha piazzato il suo sinistro. Un finale da Fiorentina vera. Il resto è da analizzare con molta attenzione.


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