
Il pallone come antidoto, il campo come rifugio: Nicolò Fagioli mette il primo tra i piedi e con quello si piazza al centro del secondo, lì dove meglio non può stare, protetto e coccolato da allenatore e compagni, sicuro di poter fare quello che gli riesce benissimo. Torna la Conference League e il centrocampista piacentino si riprende il palcoscenico che gli è proprio per qualità, attitudini e caratteristiche, e grazie al calcio e alla Fiorentina allontana definitivamente i pensieri brutti di questi ultimi giorni che senza colpa hanno ricominciato a girare intorno alla sua testa: di scacciarli via ha già pensato da solo con un lungo post su Instagram, che ha colpito e impressionato per la dignità e la consapevolezza di una nuova maturità, ma è quando ha il pallone tra i piedi sul terreno di gioco che Fagioli diventa Nicolò. Non viceversa. E c'è una bella differenza.
Fiducia e riscatto
Diventa il giovane uomo che si diverte ad essere il calciatore sopra la media con naturalezza perché naturali sono le doti, che incanta con l'eleganza dei movimenti e dei passaggi, Chopin del pallone che a Firenze e nella Fiorentina ha trovato la casa ideale per esprimere un talento non comune, inquinato e non rovinato da errori pagati con il prezzo dovuto e per questo Nicolò giovane uomo e non Fagioli giovane calciatore ha chiesto di essere giudicato per quello che fa in campo. Palladino gli ha affidato le chiavi della squadra che l'ex Juventus si è preso volentieri, ben sapendo a sua volta di dover ripagare la fiducia di Commisso, dei dirigenti, dell'allenatore, dei compagni, dei tifosi viola che l'hanno accolto con grande affetto: è volere oltre che dovere. «Adesso devo solo pensare a dare il massimo sul campo». Non è casuale la frase con cui Fagioli ha chiuso il lungo sfogo via social, fatto col cuore per chiedere rispetto e ancora scusa a chi ha deluso, e infine con la testa per mettersi al centro della Fiorentina: quello che conta davvero per lui, adesso che ha una missione da compiere. Anzi due: riprendersi il ruolo da protagonista nel calcio italiano e ripagare il club della fiducia, dimostrata a gennaio e già reiterata non solo a parole e abbracci al Viola Park (primo tra tutti lo stesso Commisso) ma anche nei fatti con la decisione di riscattarlo a fine stagione. Ci vogliono 13,5 milioni (più magari altri 3 se scattano i bonus), accanto ai 2,5 già versati per il prestito oneroso. Che pochi non sono.
Futuro da scrivere
Ma è il segno di quanto la Fiorentina creda in Nicolò e quanto di rimando il centrocampista classe 2001 abbia investito sulla Fiorentina per rilanciarsi in modo definitivo e mettersi tutto, ma proprio tutto, alle spalle. E il modo migliore è uno e uno soltanto: giocare da Fagioli, il talento con i colpi di Modric (cit. Allegri). Ci sono la semifinale di Conference League da prendersi sulla strada per Breslavia e sei giornate di campionato a disposizione: sembra poco, è il futuro, perché lì dentro c'è il nuovo Nicolò Fagioli.