Da Kean a Comuzzo, tutte le verità del mercato della Fiorentina svelate da Pradè

Il direttore sportivo viola fa il punto sulla stagione 2025-26: "Il rinnovo di Moise è una soddisfazione per tutti"
Alessandro Di Nardo
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FIRENZE - Dal 27 maggio al 10 settembre. Dopo centosei giorni Daniele Pradè torna a parlare: stessa location - il Wind Media Center del Viola Park -, stesso soggetto, toni diversi, meno elettrici. "L'ultima volta che ci siamo visti, a fine maggio, era il giorno prima delle dimissioni di Palladino, una notizia che ci ha colto di sorpresa. Da lì abbiamo iniziato a riprogrammare contattando subito Stefano Pioli, non abbiamo pensato ad altri". Ha esordito così il ds della Fiorentina, che poi ha fatto il consueto punto di fine mercato. 

Kean e Piccoli

Alla fine Moise Kean è rimasto: "Abbiamo lasciato tutto nelle mani del ragazzo, la nostra decisione l'avevamo già presa. Il suo rinnovo è una soddisfazione per tutti. Finora c'è costato solo 15 milioni. Moise ha sposato Firenze e la Fiorentina. Quando è felice può riuscire a fare qualsiasi cosa". Accanto a lui arriva un altro centravanti pesante, Roberto Piccoli, anche solo per l'investimento (25 milioni più 2 di bonus): "Il Cagliari ci ha chiesto 30 milioni, portare via un attaccante a 25 milioni è anche poco per i prezzi di oggi. Non è venuto per sostituire Kean in vista di una futura cessione, ma è un profilo che seguivamo da tempo". 

Obiettivi e contestazione

La Fiorentina ha alzato l'asticella, anche sul mercato, con 92 milioni spesi, come ricorda Pradè: "L'obiettivo era patrimonializzare la rosa dopo i tanti prestiti dello scorso anno. Abbiamo resistito anche a offerte importanti, per Gosens e Pablo Marí ad esempio, due leader per noi. Vogliamo vincere qualcosa, è normale anche perché ci siamo arrivati vicino". Poi una carezza all'ex tecnico Palladino: "Fare 65 punti non era scontato. Ha fatto un ottimo lavoro e forse alcune volte sono stato troppo entrante nelle dichiarazioni, penso a Monza, Verona e Venezia, ma quello è anche il mio compito". Il ds è tornato anche sulla contestazione di inizio giugno, quando la Curva Fiesole gli chiese di farsi da parte: "Ci ho pensato a fare un passo indietro. Ma non credo di aver mai trovato, e forse non ritroverò più, un'unione simile da altre parti". Un commento poi sui rinnovi: "Il monte ingaggi è aumentato ma era logico con gli sforzi fatti per De Gea e Kean. Sui rinnovi stiamo lavorando, con Mandragora ci incontreremo a breve. Su Dodo posso, purtroppo i rapporti con l'agente non sono facilissimi ma lui si sta allenando alla grande". 

Comuzzo e gli altri

Anche Comuzzo è rimasto, nonostante il pressing dell'Al-Hilal: "Simone Inzaghi lo voleva ma lui ha deciso di rimanere qui e siamo contenti. Se 35 milioni per un difensore sono una cifra irrinunciabile? Da direttore rispondo di sì. Ma io sono un dirigente e la proprietà è un'altra cosa". Infine, un commento sull'uscita in prestito di Lucas Beltran e su due colpi sfumati: "Da Lucas potevamo incassare di più ma lui ha detto no a Flamengo e Cska per ragioni comprensibili. Tifiamo per lui e per il Valencia, anche perché nell'accordo c'è un bonus a ogni gol che segna. Kessié? Voleva tornare in Italia e l'ha detto a Pioli, ma era impossibile far quadrare i conti. Su Lindelöf eravamo avanti ma era tutto legato a Comuzzo, mi scuso con lui perché non ci abbiamo fatto una bella figura".  

 


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