Pioli, cinque mosse per rilanciare la Fiorentina: ecco il programma
FIRENZE - È nel gioco, come qualità e quantità, che è mancata la Fiorentina in queste prime sei giornate di campionato (anche in Conference League nonostante la modestia degli avversari affrontati): il gioco che è somma delle prestazioni individuali, quindi sono mancati anche i singoli, e difatti Stefano Pioli nel programma di lavoro durante questa sosta ha messo insieme un po’ tutto con lo scopo ovvio e necessario di trovare finalmente la quadratura giusta. E siccome la sosta ha portato via dieci calciatori dal Viola Park con il gruppo che tornerà al completo solo da metà della prossima settimana, il programma ha cinque punti salienti e si esaurirà soltanto quando avrà trovato applicazione nel gioco e, soprattutto, nei risultati.
Valore Moise Kean
Valore aggiunto. Lo dicono i 19 gol realizzati l’anno scorso in Serie A alla prima stagione con la maglia della Fiorentina (25 comprendendo anche Coppa Italia e Conference), lo dice la capacità del centravanti classe 2000 di far reparto da solo come tante volte ha dimostrato con Palladino e, ad esempio, domenica passata nel primo tempo contro la Roma. Appunto, da solo: che sia questa la formula gusta per l’attacco e per esaltare Kean? Le partite fin qui disputate raccontano questo, specie quando c’è stato un secondo centravanti (Piccoli) al suo fianco che invece di potenziare la fase offensiva ha finito per toglierli spazio, campo da correre e occasioni. Ci sta, le caratteristiche dei due non sono dissimili per non dire simili e basta ripassare a mente come lo stesso Piccoli ha segnato con il Sigma Olomouc: in quell’azione sembrava di rivedere l’ex Juventus nel modo e nei tempi dell’azione. Averli entrambi contemporaneamente in campo che fanno la stessa cosa non diventa un vantaggio della Fiorentina, quindi insieme ora non possono giocare: uno dei motivi che potrebbe convincere Pioli a proporre di nuovo Kean quale unico riferimento là davanti.
