Ai piedi di Conte

Ai piedi di Conte© ANSA
Ivan Zazzaroni
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Un filo di nostalgia di “agghiacciante” l’ho provato: deludente, la prima conferenza stampa interista di Conte, quasi soporifera, e non per colpa dell’orario, le tre e mezza di un afoso pomeriggio di luglio. Antonio, reduce da un anno di disoccupazione, me lo aspettavo meno trattenuto, meno allineato, più fresco, più Conte. Da inguaribile ottimista quale sono, gli avrei voluto sentir dire che Icardi è fuori dal progetto perché - che so - non è leader, non ha i tratti distintivi del capitano, pensa solo a se stesso e non al gruppo e ha una moglie-agente troppo ingombrante (sono i principali appunti che gli vengono mossi). Oppure che Radja è un irregolare, ne ha fatte la metà di mille e non lo considera compatibile col gruppo. Avrei gradito un chiarimento personale sulle ragioni del no a due giocatori così importanti. E invece solo deviazioni, sentimenti, ottimi propositi, ambizioni, complimenti (inevitabile quello rivolto a Spalletti), sottolineature (le distanze da Juve e Napoli) e appiattimenti.

Ma non si può avere tutto subito. Più vivace e battagliero mi è sembrato Marotta, al primo anno da amministratore (i mesi da dicembre a maggio glieli abbuono); Marotta che insieme allo stesso Conte, a Zhang jr., Antonello e Ausilio ha firmato il “coraggioso” taglio. Per alcuni, delle balle.

Sul campo vedremo presto un altro Conte, più autentico. Perché per la prima volta ha una società ai suoi piedi (era già successo, ma con la Nazionale); a Torino e Londra non gli fu possibile: da quelle parti coltivano quasi ossessivamente il principio della prevalenza del club sul tecnico.

Due parole sulle nuove distanze. Acquistati Godin, Sensi e Lazaro, l’Inter è convinta di arrivare a Barella e Dzeko e spera di poter fare il colpo Lukaku. Ma, ripeto, è su Conte che ha investito il grosso delle risorse, convinta che con i suoi metodi e il suo calcio possa riuscire a ridurre considerevolmente il gap dal Napoli e dalla Juve, entrambe alle prese con un mercato rallentato dall’urgenza di ridurre costi e organici.

La Juve è al solito molto più avanti, Ramsey, Rabiot e De Ligt determinano un’ulteriore crescita; Chiesa e Zaniolo gli altri obiettivi. Il Napoli, in corsa per Icardi, dopo aver preso Manolas rischia di vedersi soffiare James Rodriguez dall’Atletico Madrid e non abbandona le piste che portano a Lozano, Rodrigo e Veretout. Qualche piano sotto la Roma, il Milan, la Fiorentina, tutte e tre “riazzerate”, e la Lazio che sta per affrontare la seconda estate di esposizione del gioiello Milinkovic-Savic.


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