Conte e le voci sulle dimissioni dall'Inter: ecco la verità

Il tecnico non si aspettava un inizio così complicato e tutte queste difficoltà sul mercato ma non ha alcuna intenzione di gettare la spugna, come alcuni avevano scritto sui social. Ecco i cinque nodi che l'allenatore nerazzurro è chiamato a sciogliere il prima possibile
Conte e le voci sulle dimissioni dall'Inter: ecco la verità© AFPS

La sua prima estate interista la immaginava un po’ diversa. Intendiamoci, quando ha firmato con l’Inter Antonio Conte sapeva benissimo che la società non avrebbe potuto spendere liberamente sul mercato, che c’erano da sistemare casi complicati come quelli di Icardi e Nainggolan, che la squadra andava significativamente rinforzata con pedine di qualità e personalità, che sarebbero rientrati elementi complicati da piazzare e che c’era una tournée stressante in calendario. Il tecnico di Lecce quando ha detto di sì all’ad Marotta aveva un quadro completo della situazione e degli ostacoli che avrebbe trovato sul suo cammino, ma sperava di saltarli con più facilità. Da solo o con l’aiuto della dirigenza. Finora invece non è successo. Chi lo immagina addirittura pronto a gettare la spugna (sui social qualcuno fa a sproposito un parallelo con il suo addio alla Juventus nel 2014, a pochi giorni dall’inizio del ritiro; altri provano a cercare similitudini con Marcello Lippi, anche lui ex juventino esonerato da Moratti all’inizio della seconda stagione, non dopo poche settimane…) però si sbaglia di grosso. [...]

1) Inter, si aspettano ancora Lukaku e Dzeko 

E’ la lacuna più evidente perché, se la difesa è stata sistemata con Godin e la mediana potenziata con Lazaro, Sensi e Barella, là davanti di arrivi non ce ne sono stati. La situazione è stata peggiorata dall’infortunio di Politano, dalla rinuncia a Icardi e dalle vacanze di Martinez. Ecco perché Conte aveva insistito perché Pinamonti non fosse ceduto subito: la necessità di fare una plusvalenza entro il 30 giugno ha spinto la dirigenza a venderlo e ha ulteriormente allargato la falla. Il resto lo hanno fatto le richieste giudicate eccessive della Roma per Dzeko e dello United per Lukaku.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

2) Gli allenamenti difficili senza punte

L’assenza di punte non si porta dietro solo la difficoltà a segnare (un solo tiro in porta contro lo United), ma crea inconvenienti anche in allenamento perché Conte in settimana non può sviluppare gli schemi come vorrebbe. Longo e il talento Esposito si impegnano, ma è chiaro che sono due “tamponi” e che con Lukaku e Dzeko il quadro avrebbe un altro aspetto.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

3) Inter, i casi Icardi e Nainggolan

Inutile nascondere che le vicende legate a Maurito e a Nainggolan non hanno aiutato perché non hanno creato un clima disteso intorno all’Inter. I calciatori hanno evitato l’argomento nelle interviste e pure Conte lo ha dribblato sottolineando di aver sposato la linea societaria. Comportamento giusto, ma un po’ di turbativa rimane visto che i due giocatori ai margini solo "ingombranti".


© RIPRODUZIONE RISERVATA

4) Inter, finora poche cessioni 

L’ex capitano e l’ex romanista non sono gli unici che secondo il club e l’ex allenatore devono fare le valige. Conte predilige lavorare con un gruppo di 22-23 elementi, non di più. Perché tutti si sentano coinvolti e abbiano un ruolo ben preciso. Non ama gli emarginati che creano un clima non positivo. Per questo si aspettava la cessione anche di Joao Mario, Borja Valero e Miranda, mentre quella di Dalbert è stata congelata dal caso Perisic, altro giocatore che ora è in bilico. Per la fascia sinistra occhio a Kostic dell’Eintracht.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

5) Inter, tournée troppo lunga  

Conte non è contrario alle tournée perché le ha fatte sia con la Juventus sia con il Chelsea, ma questa nerazzurra in Asia ha una programma intasato, con pochi margini per allenarsi e tre partite nell’arco di una settimana. Un po’ troppe. Il prossimo anno le cose cambieranno.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

La sua prima estate interista la immaginava un po’ diversa. Intendiamoci, quando ha firmato con l’Inter Antonio Conte sapeva benissimo che la società non avrebbe potuto spendere liberamente sul mercato, che c’erano da sistemare casi complicati come quelli di Icardi e Nainggolan, che la squadra andava significativamente rinforzata con pedine di qualità e personalità, che sarebbero rientrati elementi complicati da piazzare e che c’era una tournée stressante in calendario. Il tecnico di Lecce quando ha detto di sì all’ad Marotta aveva un quadro completo della situazione e degli ostacoli che avrebbe trovato sul suo cammino, ma sperava di saltarli con più facilità. Da solo o con l’aiuto della dirigenza. Finora invece non è successo. Chi lo immagina addirittura pronto a gettare la spugna (sui social qualcuno fa a sproposito un parallelo con il suo addio alla Juventus nel 2014, a pochi giorni dall’inizio del ritiro; altri provano a cercare similitudini con Marcello Lippi, anche lui ex juventino esonerato da Moratti all’inizio della seconda stagione, non dopo poche settimane…) però si sbaglia di grosso. [...]

1) Inter, si aspettano ancora Lukaku e Dzeko 

E’ la lacuna più evidente perché, se la difesa è stata sistemata con Godin e la mediana potenziata con Lazaro, Sensi e Barella, là davanti di arrivi non ce ne sono stati. La situazione è stata peggiorata dall’infortunio di Politano, dalla rinuncia a Icardi e dalle vacanze di Martinez. Ecco perché Conte aveva insistito perché Pinamonti non fosse ceduto subito: la necessità di fare una plusvalenza entro il 30 giugno ha spinto la dirigenza a venderlo e ha ulteriormente allargato la falla. Il resto lo hanno fatto le richieste giudicate eccessive della Roma per Dzeko e dello United per Lukaku.


© RIPRODUZIONE RISERVATA