Conte: «Questa Inter non si pone limiti»

Conferenza stampa per il tecnico nerazzurro alla vigilia dell'esordio di domani pomeriggio in Champions: «Il nostro cammino in Europa lo scopriremo durante il corso della stagione. Io un allenatore da campionato e non da Champions? Ci sarebbe da spiegare tante cose ai sapientoni..."
Conte: «Questa Inter non si pone limiti»© AFPS
Andrea Ramazzotti
7 min

INVIATO AD APPIANO - Antonio Conte non sottovaluta lo Slavia Praga e non si pone obiettivi in Champions. Alla vigilia dell’esordio in Champions di domani alle 19 il tecnico nerazzurro ha parlato in conferenza stampa.

Conte, dopo le tre vittorie consecutive in campionato, come vede la partita con lo Slavia?
Iniziamo il nostro percorso in Champions League dopo tre partite di campionato e sarà importante partire con il piede giusto. Affronteremo una squadra che ha fatto molto bene lo scorso anno vincendo il campionato contro il Viktoria Plzen. Dovremo fare grande attenzione contro un formazione fisica, tecnica ma che ha anche una buona mentalità perché loro sono abituati a vincere. Questa mentalità la mostrano in ogni gara e per questo servirà rispetto, ma sarà necessario anche giocare la nostra gara pur non avendo molto tempo per prepararla. Dovremo farci trovare pronti, dovremo battagliare.



Come sta Lukaku?
C’è un allenamento da fare e ci sono 24 ore per fare certe valutazioni. Dovesse giocare, sarà perché avrà dato determinate garanzie.

In Europa si dice che funzioni più la difesa a 4 che quella a 3. Pensa di poter utilizzare anche la difesa a 4 all’Inter?
Sul discorso dei moduli è in Italia che siete fissati. Dipende dal calcio che proponi, dal numero di giocatori con cui attacchi, dalla intensità che ci metti, da quanto coraggio ci metti. Il resto sono tutte cazzate. Il calcio moderno si evolve e bisogna andare al passo con i tempi: non cambia niente se dietro giochi a 3 o 4. Sono tornato in Italia e mi aspettavo questa domanda, mentre in Inghilterra non gliene frega niente dei numeri.



E’ più difficile giocare ogni tre giorni per squadra che ha iniziato da poco un nuovo progetto?
Se devo essere onesto quando inizi un nuovo percorso, una squadra avere tempo per lavorare è importante. Al tempo stesso però la Champions rappresenta un grande stimolo per i nostri giocatori e i nostri tifosi. Dovessi pensare in maniera egoistica, avere più tempo per lavorare sarebbe meglio.

Si sente un allenatore da campionato visto che ha vinto in Italia e in Inghilterra, mentre in Champions ha stentato?
Si vive di luoghi comuni e basta che uno dica una cosa in una trasmissione perché tanti la facciano propria. Ho giocato tre Champions League: nella prima il primo anno usciti nei quarti, al secondo siamo usciti alla fase a gironi e al Chelsea sono uscito agli ottavi. Questa è la mia quarta partecipazione: tanti pensano che dove tocco vinco, ma non è così. In Champions c’è bisogno di lavorare: io finora ho sempre partecipato alla Champions con creature appena nate, mentre le altre sono realtà solide. Questa è la differenza da spiegare ai sapientoni.



C’è un entusiasmo da dosare dopo le tre vittorie in campionato?
E’ importante avere questo entusiasmo intorno alla squadra, ma questo entusiasmo non deve essere portato dal risultato perché sennò sarebbe effimero. Deve essere frutto di quello che stiamo facendo, per come stiamo lavorando, in maniera dura. Roma non fu costruita in un solo giorno… C’è disponibilità da parte dei ragazzi che hanno voglia di costruire un percorso insieme. Dobbiamo entusiasmarci per il lavoro che stiamo facendo e per le basi che stiamo mettendo. Stiamo creando qualcosa di importante.

Quali sono i punti di forza dello Slavia Praga?
E’ una squadra fisica che ha qualità e solidità. Dovremo sudarci la vittoria. Dovremo essere al 110% perché non sarà una passeggiata: mi aspetto che giocheremo la nostra partita con il nostro credo, il nostro coraggio e che saremo supportati dai nostri splendidi tifosi. Loro lo scorso anno sono stati eliminati dal Chelsea nei quarti di Europa League e possono competere in questo gruppo.

Qual è realisticamente l’obiettivo della stagione in Champions?
Non possiamo porci un obiettivo. Solamente strada facendo vedremo che livello riusciremo a raggiungere. Oggi sarebbe insensato mettere un obiettivo minimo, intermedio o massimo perché non dobbiamo porci dei limiti. I limiti creano degli alibi: pensiamo a dare il massimo, ad essere sempre al 100% e a dare tutto durante la partita, poi vedremo dove saremo nel tempo e a che tipo di ambizioni potremo avere. Ci sarà da pedalare tante.

Dopo queste prime tre partite c’è stata solo una “scintilla”. Quando si accenderà la dinamite?
Io non voglio up and down, una partita da 8 e quella successiva da 4 in cui perdi. Se sei stabile puoi ambire a vincere, se stai sulle montagne russe vivi giornate in cui ti senti bene e altre in cui invece… Vogliamo dare un segnale di continuità e stabilità perché solo quando sei stabile diventi pericolosa agli occhi degli altri.

Biraghi può giocare dal 1’?
Quando è arrivato non era al top, ma ora si sta allenando bene e fisicamente è su buoni livelli. Mi preoccupa dal punto di vista tattico perché ci vuole tempo per entrare in determinati meccanismi. Per noi è importante avere 11 giocatori più quelli della panchina che sono dentro l’idea. Come in un ingranaggio basta una piccola cosa che non va perché tutto si inceppi. Qualcuno ci sarà da farlo debuttare in una partita ufficiale, ma ho molta fiducia nei giocatori della nostra rosa.


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