Mourinho, Conte e il padrino Godin: quanti incroci fra Inter e Barcellona!

Una partita, tante storie. I novanta minuti di Barcellona-Inter racchiudono incroci, amicizie e rivalità tutte da raccontare per capire quello che ci attende
27 aprile 2011 (Conferenza post Real-Barcellona 0-2, semifinale d'andata di Champions League)"Se io dico a lei e alla Uefa quello che penso e quello che sento, la mia carriera finisce oggi. E siccome non posso dire quello che sento, ho solo una domanda. E spero, un giorno, di avere una risposta. La domanda è: perché? Perché? Perché Ovrebo? Perché Busacca? Perché De Bleeckere? Perché Frisk? Perché Stark? Perché? Perché ad ogni semifinale accade sempre lo stesso? Perché Ovrebo da tre anni? Perché il Chelsea non è potuto andare in finale? Non so se è la pubblicità dell’Unicef, non so se è il potere del signore Villar all’interno della Uefa".© ANSA
Andrea Ramazzotti
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Una partita, tante storie. I novanta minuti di Barcellona-Inter racchiudono incroci, amicizie e rivalità tutte da raccontare per capire quello che ci attende.

Quella corsa di Mourinho al Camp Nou con Oriali

Iniziamo dalla corsa con l’indice alzato come Mennea di Mou al Camp Nou. Quel 28 aprile 2010 in campo a festeggiare «la sconfitta più dolce» insieme allo Special One c’erano Lele Oriali, tornato ad Appiano a 9 anni distanza, Javier Zanetti, allora capitano oggi vice presidente, il ds Ausilio, qualche fisioterapista e un paio di membri dell’ufficio stampa. Per il resto i protagonisti di una notte rimasta nella mente degli interisti sono tutti cambiati; nel Barça resistono Messi, Piqué e Busquets.

Conte e Vidal, incrocio speciale

Anche per il tecnico nerazzurro Antonio Conte si tratta di un “incrocio” speciale. Sia perché il Barcellona è la squadra che lo ha eliminato l’ultima volta che ha partecipato alla Champions (ottavi di finale 2017-18: dopo l'1- 1 a Stamford Bridge, Chelsea ko per 3-0 al Camp Nou) sia perché ritroverà Arturo Vidal col quale alla Juve aveva un rapporto speciale («Con lui in campo, si può andare in guerra contro chiunque» ha detto) e proprio per schierare titolare lui e Bonucci, non esitò a passare dal 4-2-4 che aveva in mente appena arrivato a Torino al 3-5-2.

Sanchez e quel passato al Barcellona

E poi c’è Sanchez che torna a Barcellona dove è stato 3 anni. Pagato all'Udinese 40 milioni (bonus compresi), in Spagna ha vinto 6 trofei, tra i quali una Liga e un Mondiale per club, e ha diviso lo spogliatoio con tanti campioni, tra i quali Messi. Alla Pulce, però, non ha regalato solo qualche assist (da compagno), ma anche... delle delusioni (da avversario): in finale di Coppa America (è successo sia nel 2015 sia nel 2016), Sanchez lo ha sempre battuto, festeggiando insieme all’amico Vidal, stasera rivale per 90’. 

Godin padrino della figlia di Griezmann

Il legame tra il difensore uruguaiano e l’attaccante francese merita un discorso a parte. Fino allo scorso anno i due erano le colonne dell’Atletico Madrid del Cholo e non è un caso che entrambi abbiano svestito nella stessa estate la maglia dei colchoneros: nel 2018 Diego era riuscito a convincere Antoine a rimandare il trasferimento in Catalogna, qualche mese fa invece... «E’ il leader dello spogliatoio e dice sempre le cose giuste. Vorrei essere così anch'io, ma non ci riesco» ha osservato Griezmann a proposito del "fratello acquisito" (Godin è padrino della figlia di Antoine). I due nel 2013-14 hanno vinto la Liga con l’Atletico. Come? All’ultima giornata, pareggiando 1-1 al Camp Nou. Gol decisivo di Godin, uno che sa come far male al Barça.

Lautaro Martinez e il fantasma di Icardi

Chiudiamo con le "storie" di mercato: lo scambio del secolo chiuso da Moratti nel 2009 (Ibrahimovic per Eto'o, Maxwell e 45 milioni) fa parte della storia; poi ci sono stati i sondaggi nerazzurri per Rakitic e Vidal e quelli blaugrana per Skriniar e Martinez, uno che è entrato nelle simpatie di Messi, con il quale fa coppia nell'Argentina. In futuro saranno compagni a Barcellona? Difficile lo siano a Milano dove la Pulce avrebbe potuto giocare se il non ancora diciottenne Leo avesse accettato la corte di Moratti, il suo più grande estimatore. E Icardi? Maurito la partita di stasera se la guarderà in tv: lo scorso anno era stato decisivo al ritorno a San Siro, mentre ora è lontano, sia dalla Masia dove è cresciuto sia dalla Pinetina dove è diventato un bomber vero. E nonostante i tanti gol fatti, non è rimpianto né a Barcellona né a Milano. Strano il calcio.


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