Inter, lo spettacolo è il risultato

Inter, lo spettacolo è il risultato© LAPRESSE
Alberto Dalla Palma
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In una notte così contava solo il risultato, niente altro. E l’Inter se lo è preso, con una forza di volontà fuori dal comune che diventa, nei momenti più delicati, la sua qualità migliore. Non giocherà un calcio fantasioso, non concederà spazio allo spettacolo, ma la sua ferocia agonistica è davvero di un livello elevatissimo, in Italia e in Europa. Un merito, questo, di Antonio Conte, che ha costruito una squadra fisica, pronta a chiudersi, a difendersi a oltranza e a strappare all’improvviso, come nel finale della sfida contro il Dortmund, che aveva il senso di una finale: palla recuperata in mezzo al campo, lancio di Brozovic nello spazio, fuga e gol di Antonio Candreva, rigererato dal tecnico pugliese in pochi mesi. L’ex laziale era uno dei suoi fedelissimi in Nazionale, adesso è un pilastro dell’Inter, che manda più di venti milioni in panchina (Lazaro) perché se lo merita. Importante e decisivo, l’esterno destro, come Lautaro, al quale va perdonato il rigore sbagliato proprio quando i tedeschi stavano aprendo delle cerniere nella difesa dell’Inter: l’argentino aveva segnato l’1-0 in avvio, con una giocata ricca di talento, e su quel gol Conte ha costruito la partita perfetta. De Vrij, travestito da Pirlo, aveva pescato Martinez in mezzo a tre difensori del Borussia: abilissimo, è sfuggito al controllo altrui, ha domato il pallone e lo ha scaraventato in porta. Lukaku è stato il grande investimento di Zhang sul mercato dopo il regalo di Icardi al Psg, ma per ora il vero erede di Maurito è proprio il giovane argentino, che ha avuto il tempo di ambientarsi e di conoscere il nostro calcio più del leone belga. E ora che sente la fiducia dell’Inter, Lautaro risponde sul campo segnando da quattro partite consecutive e riportando la sua squadra dentro alla Champions dopo un avvio ricco di problemi e di difficoltà: ci riferiamo al pareggio con lo Slavia e alla sconfitta di Barcellona.

L’obiettivo era vincere e l’Inter ha vinto, magari con un calcio antico, che diverte soltanto con i risultati (occhio, in campionato la Juve è solo a più 1), ma visto che quando lo utilizzava Mourinho veniva esaltato, perché non dovremmo attribuire gli stessi meriti ad Antonio Conte, che di schiaffoni al Borussia ne ha tirati addirittura due, conquistando un bel vantaggio in vista della partita di ritorno? Conte alla Mou, sì, e questo ci sembra solo l’inizio, perché più passera il tempo e più l’Inter assumerà le caratteristiche del suo allenatore. E a San Siro, in questa notte di successo, è spuntato anche il talento fresco di Sebastiano Esposito, 17 anni, sottratto di prepotenza al mondiale di categoria e capace di conquistare al debutto in Champions un calcio di rigore nel testa-a-testa con un difensore esperto come Hummels: se le premesse sono queste, lo rivedremo spesso anche in campionato, magari non a tempo pieno ma comunque come jolly da calare sul più bello. Come ieri sera,


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