"Inter, un test per scoprire gli anticorpi dirà la verità"

ll virologo Fabrizio Pregliasco non esclude che uno dei 23 interessati sia stato contagiato, ma lo ritiene improbabile
"Inter, un test per scoprire gli anticorpi dirà la verità"© Getty Images
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Coronavirus e calcio. La “bomba” dell’attaccante dell’Inter Lukaku preoccupa gli esperti di contagi e di chi tiene sotto controllo la pandemia. Perché? Ecco che cosa ha detto il calciatore dell’Inter: «Abbiamo avuto una settimana libera a dicembre. Siamo tornati e giuro che 23 giocatori su 25 erano malati. Non è uno scherzo. Abbiamo giocato in casa contro il Cagliari e dopo 25 minuti uno dei nostri difensori (Skriniar, ndc) ha dovuto lasciare il campo. Non poteva andare avanti e quasi svenne. Tutti tossivano e avevano la febbre». È il racconto durante una chat su Instagram dell’attaccante dell’Inter, Romelu Lukaku. «Quando mi sono riscaldato, sono diventato molto più caldo del solito. Non prendevo la febbre da anni. Dopo la partita c’è stata un’altra cena con gli ospiti di Puma in programma, ma ho ringraziato e sono andato dritto a letto. Se ho avuto il Covid? Non siamo mai stati testati per il virus in quel momento, quindi non lo sapremo mai con certezza», prosegue il nazionale belga.

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Era fine gennaio

La partita a cui si riferisce Lukaku è del 26 gennaio. La società ammette dei casi influenzali ma non conferma i numeri di Lukaku. E comunque lo staff medico ha curato e seguito i vari casi influenzali con successo, anche quello di Skriniar. I tamponi all’epoca non sono stati presi in considerazione.

Il parere del virologo

L’annuncio di pandemia dell’Oms è dell’11 marzo. A gennaio era già noto il focolaio in Cina, che poi si è visto partito già a dicembre. Il caso italiano di Codogno è del 21 febbraio. Dice Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università degli studi di Milano: «Difficile pensare che su 23 calciatori malati nessun caso sia diventato grave, come ci si potrebbe aspettare in un atleta sotto stress fisico e che tra spogliatoio e cene insieme è ad alto rischio contagio [...] ».


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