L'Inter presenta Hakimi, un viaggio nerazzurro nel Marocco

Dal deserto alle scritte arabe, fino ai traguardi da raggiungere adesso con la sua nuova maglia: ecco la presentazione social
L'Inter presenta Hakimi, un viaggio nerazzurro nel Marocco
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L'Inter presenta Achraf Hakimi con un video speciale. Il primo colpo sul mercato per Conte ha scelto il nerazzurro lo scorso 2 luglio, votando l'Italia per una nuova tappa della sua vita multicolore. Nato in Spagna il 4 novembre 1998, ma di famiglia marocchina, dopo l'esperienza in Germania al Dortmund ha sposato la causa dell'Inter che sui social l'ha presentato con immagini e parole chiave tipiche della sua vita.

Il video dell'Inter per Hakimi

"Il giocatore, l'uomo, il ragazzo" scrive il club, ma da adesso anche l'interista. Hakimi posa alla fine del video con la maglia nerazzurra dopo una serie di immagini che raccontano il vissuto e le ambizioni del terzino: il deserto del Marocco, il suono del vento, la luce dell'alba e i colori del tramonto, i viaggi e i traguardi, c'è tutto in pochi secondi. Un modo per far conoscere Hakimi ai suoi nuovi tifosi che non vedono l'ora di apprezzarlo anche in campo.

Hakimi secondo marocchino dell'Inter

Hakimi è il secondo calciatore marocchino nella storia dell’Inter. Prima di lui solo Houssine Kharja, francese nato in Francia ma naturalizzato marocchino, ha indossato sia la maglia nerazzurra che quella del Marocco. Diventa il 31esimo calciatore africano della storia interista. 

L'infanzia povera di Hakimi

Come racconta l'Inter sul suo sito, Hakimi ha avuto "un’infanzia non di certo ricca: i genitori erano arrivati dal Marocco poco più che ventenni, pronti a darsi da fare per costruirsi una nuova vita. Lui, venditore ambulante, lei collaboratrice domestica. Lo ha raccontato Achraf stesso: non era raro che i genitori rinunciassero a qualcosa, quasi a tutto, pur di accontentare i tre fratelli. Le prime scarpe da calcio acquistate per il piccolo Achraf non erano certo le più costose, ma erano sufficienti a farlo felice. Perché lui, fin da piccolo, aveva sempre in mente solo di diventare un calciatore. A dispetto delle preoccupazioni della mamma e delle raccomandazioni: "Se non studi, non ti alleni". Achraf qualche tentativo di aiutare papà per le strade di Getafe lo ha sempre fatto, ma le sue giornate finivano sempre al parco, a giocare con amici e fratelli".


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