Bonolis: Che bello tifare Inter, ma la Juve...

Il noto conduttore tv si confessa a cuore aperto, dalla passione nerazzurra nata grazie al padre fino ai problemi della squadra di Antonio Conte
Bonolis: Che bello tifare Inter, ma la Juve...
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Essere interisti? “Credo sia una splendida occasione per ristorare l'anima, divertirsi anche soffrendo nell'ansia del risultato. Essere interisti significa aver fatto una scelta partigiana in ambito sportivo, godendosi il percorso dell'operato altrui perché altro non possiamo fare. Dobbiamo augurarci che quelli per cui nutriamo questo affetto abbiano la stessa volontà. Credo sia divertente essere interisti come lo è essere torinisti, milanisti, laziali. Un po' meno essere juventini ma va bene lo stesso”. La provocazione arriva dal conduttore televisivo Paolo Bonolis, noto tifoso nerazzurro, che ha parlato a cuore aperto con Radio Nerazzurra. La passione nasce grazie al padre, “nato a Pero, poi si è trasferito a Roma durante la guerra. Mi ha cresciuto con la sua passione, vedevamo insieme le partite e adesso che non c'è più continuo a seguirla perché questa passione mi è entrata nel sangue e un po' perché è come averlo ancora accanto”. Dopo la prima partita, “un Roma-Inter a Napoli, perché il campo della Roma era squalificato. Finì 3-3, mi andò di lusso”, l’idolo diventa Karl-Heinze Rummenigge. “Andai anche allo stadio a San Siro partendo da Roma quando giocava, mi aveva colpito per lo strapotere fisico. Però se c'è stato un giocatore che più degli altri mi ha colpito per la sua efficacia a livello calcistico è Esteban Cambiasso, essenziale allora e lo sarebbe anche oggi per qualsiasi compagine”.

Pazza Inter, le gioie e i dolori

Con il passare degli anni, la passione non è diminuita, nonostante alcune delusioni cocenti, come “la rottura del ginocchio di Ronaldo a Roma”, ma non solo. “Un giorno ricevetti la telefonata di Massimo Moratti in cui mi chiedeva perché non andassi più allo stadio. Gli risposi: 'Presidente, con tutto il bene che le voglio lei sta costruendo una squadra, ma non c'è spettacolo. Se lottassimo per vincere verrei, se lottassimo per non retrocedere verrei, ma siamo in una situazione tra color che son sospesi'. Era diventato tutto un po' noiosetto. A me sta bene che ci sia una stagione difficile in cui lotti per non retrocedere, ma se non succede niente è una rottura di scatole pazzesca”. Sulla gioia più grande, Bonolis non ha dubbi: “Il Triplete”.

"Oggi? Manca l'illuminazione"

Con il passare degli anni le cose cambiano ai tuoi occhi, un po' per consuetudine, un po' per altre priorità nella tua vita – ha raccontato – Oggi vedo qualcosa di compresso in questa squadra, c'è volontà di intenti che non riesce a diventare concreta. C'è un motivo a parte le assenze che falsano un po' tutto. Manca all'Inter attuale un giocatore in grado di far saltare gli schemi, andando oltre la pressione fisica e la volontà. In rosa avremmo due calciatori in grado di farlo, Eriksen e Sensi. Eriksen quando gioca, con tutto il rispetto, sembra che ti stia facendo una cortesia. Sensi, beh, non so che ha questo figliolo, è un mistero. Se ci fai caso le squadre che ottengono buoni risultati hanno in quel piccolo giocatore dal baricentro basso e dai piedi buoni qualcuno che fa saltare gli schemi, penso a Calhanoglu, Gomez, Mkhitaryan... Noi non lo abbiamo, andiamo avanti di schemi, eccellenti, forza fisica, eccellente, volontà, eccellente. ma manca sempre l'illuminazione che ti faccia arrivare ai tre punti”.


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