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MILANO - Alla fine dello scorso agosto, a Villa Bellini, davanti alla prospettiva/necessità di proseguire assieme, l’Inter e Conte provarono a trovare una sintesi delle rispettive posizioni e punti di vista. Al tecnico furono spiegate le difficoltà economiche, che impedivano un certo tipo di investimenti. Il messaggio fu recepito, ottenendo in cambio che non fossero posti obblighi di vincere, ma solo di proseguire il percorso di crescita. E Conte accettò anche di frenarsi nelle sue esternazioni, come poi è accaduto, al di là di un paio di minime fibrillazioni. Ebbene, sono trascorsi 4 mesi, c’è stata l’amara esclusione dall’Europa, ed è arrivato il momento di ricalibrare quella sintesi.
No investimenti
In sostanza, Conte si presenterà al vertice per spiegare che, senza almeno un paio di rinforzi, un centrocampista e un attaccante, lo scudetto resterà per lo meno un’impresa complicata. La società, però, non potrà che ribadire come la situazione non sia cambiata, anzi forse peggiorata, visto che l’eliminazione da Champions (ed Europa League) ha tolto altri ricavi. E sul taccuino del tecnico, per quanto riguarda il centrocampo, c’è un nome sopra tutti gli altri, quello di De Paul. Duttile, tecnico, dinamico: l’argentino può incastrarsi alla perfezione nella mediana nerazzurra. Il problema è come farlo arrivare alla Pinetina. L’ipotesi, al momento, è quella di un prestito da 18 mesi, senza obbligo, ma con riscatto condizionato anche in maniera scontata. E anche il pagamento dovrà essere dilazionato. Plausibile che l’Udinese accetti? Si vedrà. L’Inter potrebbe aggiungere qualcosa, sotto forma a esempio del prestito di Vecino, magari con parte dell’ingaggio pagato. Più difficile, invece, che possa essere coinvolto Nainggolan, che continua ad avere in mente il Cagliari, tanto che nelle ultime ore ha cominciato a circolare la voce di uno scambio con Pavoletti.
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