Inter in vendita, per Suning più necessità che scelta

L’avvento della pandemia ha soltanto acuito le difficoltà del colosso cinese, evidenti già nel 2019. Per gli Zhang è complicato fronteggiare il business in patria: la gestione di un progetto lontano così oneroso rischia di essere insostenibile
Inter in vendita, per Suning più necessità che scelta
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MILANO - L’apertura di un tavolo per la cessione dell’Inter potrebbe nascere da necessità più che da scelte di Suning. Le difficoltà del gruppo cinese, già evidenti da mesi, si sono accentuate sul finire del 2020 e le cautele del governo di Pechino non ne sono la causa, ma forse piuttosto un effetto. Ciò può aprire scenari prima inimmaginabili, velocizzando l’operazione. Fondata da Zhang Jindong nel 1990, Suning ha cavalcato il grande sviluppo dell’economia cinese post-globalizzazione distribuendo beni consumo in un mercato interno sterminato, composto da famiglie che si aprivano al benessere e si dotavano di elettrodomestici ed elettronica. Un fenomeno simile all’Italia del dopoguerra, grazie al quale Zhang ha potuto aprire 1.600 negozi e resistere con abilità all’avvento dell’e-commerce, stipulando una partnership con l’emergente Alibaba e riconvertendosi su un modello misto tra negozi fisici e online.

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Nel 2020 l’avvento della pandemia ha inceppato una macchina che già nel 2019 rallentava: nonostante la crescita continua del fatturato, la competizione erodeva i margini sui prodotti commerciali. Benché la Cina stia ora superando il Covid, con l’economia pur sempre in crescita al 2%, la catena distributiva ne è uscita stravolta. La concorrenza è diventata feroce, mentre la propensione dei consumatori alla spesa rallenta. Suning.com (motore economico del gruppo) segna perdite per 153 milioni di dollari nei primi 9 mesi, con vendite in calo e flusso di cassa negativo a cui aggiungere i guai del comparto immobiliare, dove fallimenti a catena si propagano verso altri settori attraverso le partecipazioni incrociate. Già nel 2019 Suning Real Estate denotava problemi, con debiti cresciuti del 47%. Il gruppo ha smentito voci su presunte difficoltà nel pagamento dei bond (ha anzi anticipato alcuni rimborsi per smorzare la speculazione) ma le azioni hanno ora raggiunto il minimo storico in borsa, perdendo il 40% negli ultimi sei mesi, mentre l’indice azionario di Shanghai è comunque cresciuto del 4%.

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Per restare al calcio, Cosmin Olaroiu, allenatore del Jiangsu Suning fresco campione, intenderebbe rivolgersi alla Fifa per il pagamento degli stipendi mentre la Premier League ha citato l’emittente di Zhang per 180 milioni dopo la rottura del contratto per i diritti in Cina. Anche nel pagamento dei diritti della Serie A (acquistati da Suning) si ventilano difficoltà. [...]

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