Inter: Conte, a quale tavolo andrai?

Inter: Conte, a quale tavolo andrai?© LAPRESSE
Alberto Dalla Palma
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Se Conte, solitamente sempre così attento e premuroso a non dare niente per scontato, sostiene che l’Inter ha in mano il 95 per cento dello scudetto, significa che stavolta il discorso è davvero chiuso. Lo ha capito subito dopo il gol di Darmian contro il Verona, quando è stato sommerso dall’abbraccio nerazzurro: a cinque giornate dalla fine, non ci sono più avversarie in grado di far paura alla squadra più forte del campionato per distacco (di valori e di rosa, oltre che di punti). Anzi, di rivali non ce ne sono proprio più state nel girone di ritorno, grazie alla serie di undici vittorie consecutive e alla contemporanea scomparsa di Ibrahimovic, senza il quale il Milan - che pure gli ha rinnovato il contratto a cifre che non tengono nemmeno in considerazione la crisi Covid - ha perso terreno e rischia, addirittura, di ritrovarsi in Europa League, proprio come la Juve, fermata ieri dalla Fiorentina e superata anche dall’Atalanta.

E se Conte ha ammesso di aver ormai vinto lo scudetto, Pirlo ha confessato di sentirsi sulla graticola per un fallimento ormai palese. Due delle tre società ribelli, è questo il paradosso della giornata, rischiano di passare in pochi giorni dall’arrogante Superlega “dispensamilioni a pioggia” alla Coppa di riserva, che rappresenterebbe solo un fallimento sportivo, oltre che economico. Ci sono quattro squadre per i tre posti Champions ancora in ballo, ma se la Lazio stasera battesse il Milan diventerebbero addirittura cinque, considerando che i biancocelesti dovranno recuperare anche la sfida contro il Torino: le distanze sono ravvicinate e tutto può ancora accadere, anche che una fra Milan e Juve, che a lungo erano state in corsa per lo scudetto, scenda in Europa League.

Cosa farà adesso Conte all'Inter?

Ne sapremo qualcosa in più proprio nella notte, dopo i verdetti di Torino e di Roma. Undici anni dopo il triplete di Mourinho, l’Inter torna a conquistare lo scudetto proprio con l’uomo che aveva aperto lo straordinario ciclo della Juve. Dopo la clamorosa eliminazione dalle coppe, provocata dall’ultimo posto del girone di Champions, gli era rimasto solo il campionato per evitare uno storico flop: due anni di investimenti che hanno prosciugato le casse nerazzurre gli imponevano di vincere, senza alternative, e lui ci è riuscito, imponendo la legge della squadra più forte. Potrebbe essere l’inizio di un ciclo, come quello che aprì alla Juve, perché le distanze attuali tra l’Inter e le altre big sono abissali: solo l’Atalanta, da ieri seconda, potrebbe competere, grazie alle idee e non certo alle spese scellerate.

Ma Conte come si comporterà nel confronto di fine stagione con Zhang? Mai come ora sembra destinato ad accomodarsi, con la famosa banconota da 10 euro, al tavolo di un ristorante dove ne servono almeno 100 per mangiare. Quando gli capitò con la Juve, nel luglio del 2014, si alzò lanciando via il tovagliolo e Allegri, in quello stesso locale, riuscì a conquistare altri cinque scudetti consecutivi oltre a due finali di Champions. L’Inter, è chiaro, dovrà vendere qualche top player per sopravvivere e per pagare i giocatori con cui sta vincendo il titolo: Conte accetterà la sfida, mettendo in gioco anche se stesso, o andrà in cerca di un altro ristorante?


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