Stasera intorno alle 21 a Milano ci saranno 4 gradi, forse meno, ma Massimo Moratti non teme il freddo. «Il ritorno di Mourinho a San Siro da avversario non me lo perderei per niente al mondo» dice senza la minima esitazione e si lascia andare a una risata. Nessun dubbio: l’ex presidente dell’Inter si accomoderà in tribuna vip al Meazza, a poche poltroncine di distanza dall’attuale numero uno, Steven Zhang. Mister Saras ha ancora il cuore tinto di nerazzurro e non poteva mancare all’amarcord per eccellenza: la prima volta dello Special One alla Scala del Calcio nelle vesti di “nemico” di quei colori che proprio lui ha guidato nel 2009-10 al Triplete.
Dottor Moratti, come se lo immagina il ritorno di Mourinho a San Siro?
«Lo ammetto, un po’ mi farà impressione vederlo salire dalla scala degli spogliatoi e accomodarsi sulla panchina ma non dell’Inter. So già che mi emozionerò perché mi torneranno alla mente le immagini di quando è stato protagonista con noi: all’Inter e a Milano José ha regalato tante cose belle che non si dimenticano con il passare del tempo». [...]
Unica squadra italiana a centrare il triplete.
«Suona bene anche a distanza di tempo (ride, ndr) e per questo sarà un piacere rivedere Mourinho a San Siro. A dire la verità in me c’è anche un po’ di curiosità per la sua nuova veste. Finora al Meazza lo avevo visto come avversario del Milan, mai dell’Inter».
Non è che tiferà per lui?
«No, non scherziamo... Anche se per lui nutro molta simpatia, io tifo per l’Inter. José lo sa e lo capirà».
Mourinho si emozionerà a trovarsi di fronte il suo ex pubblico?
«Credo proprio di sì perché all’Inter e agli interisti è davvero legato, ma nessuno si aspetti regali».
I suoi recenti sfoghi contro gli arbitri le hanno portato alla mente qualche ricordo di quei due anni nerazzurri?
«Sa cosa le dico? Di tempo ne è passato, ma lui si difende sempre... abbastanza bene (ride, ndr)». [...]
Al di là delle proteste con gli arbitri, passate e attuali, il portoghese a Roma non sta ottenendo grandi risultati.
«All’inizio pensavo avesse una buona squadra, ma non una rosa completa per competere per il titolo e in effetti non mi sbagliavo. Adesso mi sembra che la squadra sia stata migliorata e può disputare una buona seconda parte di stagione. Per lui è una nuova avventura, in una piazza calda e non semplice: gli va dato tempo, ma farà bene».
Convinto che vincerà qualcosa anche nella Capitale?
«Secondo me sì. La sua carriera parla per lui: certo, gli va dato tempo di costruire, ma sulle sue capacità e sul fatto che sia un vincente non ho dubbi».
Intanto è entrato nel cuore dei tifosi giallorossi.
«Normale. E’ uno che si sa far voler bene, ma è anche bravo, serio e professionale. Conquista tutti perché non prende superficialmente l’incarico che gli viene affidato e dà tutto se stesso per ottenere i risultati che gli sono stati chiesti. O magari di più».
Quindi i Friedkin hanno fatto bene a ingaggiarlo?
«Hanno preso uno dei migliori in circolazione. E poi il suo ritorno è stato importante anche per il calcio italiano: un allenatore con la sua sua intelligenza, la sua presenza mediatica e le sue capacità professionali è un valore aggiunto per la Serie A».
Tutti gli approfondimenti sull’edizione del Corriere dello Sport – Stadio