Inter, le piace vincere facile

Inter, le piace vincere facile© Inter via Getty Images
Ivan Zazzaroni
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Intorno al quarantesimo del primo tempo, sull’1 a 0, Bergomi s’è messo a descrivere in totale leggerezza i particolari di una battuta al volo di Dumfries. Altro non avrebbe potuto dire o fare: non s’era portato dietro un libro. La partita era talmente segnata da indurre tanto lui quanto i 60 (e passa) mila di San Siro a godersi la dolcezza di una serata facile. Nonostante la buona volontà dello Spezia, è totalmente mancata l’opposizione: troppo evidente la distanza tra le due. Una differenza quasi brutale che il lavoro di Gotti non avrebbe potuto ridurre: quando una squadra più forte di tecnica, esperienza e muscoli incontra un avversario soltanto organizzato, l’avversario organizzato e con un’identità provvisoria prende gli schiaffoni.

Lautaro e Lukaku sono gran parte della superiorità dell’Inter non solo sullo Spezia, ma su almeno dodici delle diciannove di A, il loro bel gol il prodotto di una delle espressioni tecniche più comuni presenti in letteratura.
Il campionato dell’Inter comincia perciò venerdì 26 contro la Lazio di Sarri: all’Olimpico la prima verifica seria per Inzaghi che ieri ha vinto con la mano sinistra.
La stessa che Marotta aveva usato venerdì: il poco atteso compratore di Skriniar - Antero per il Psg - si era ripresentato a Milano con l’identica, insoddisfacente offerta del mese precedente (20, 25 milioni in meno rispetto a quelli richiesti), oltretutto per un giocatore che l’amministratore, il ds e l’allenatore non volevano cedere. E allora Beppe, professore di comunicazione calcistica, ha fatto ricorso a uno dei suoi cavalli di battaglia, girando la frittata pro domo Inter: “Zhang ritira Skriniar dal mercato” e buonanotte ai suonatori di piffero e di tromba.

Sempre restando all’Inter (ma il discorso andrebbe esteso al sistema Calcioitalia) ho trovato eccessiva l’attenzione nei confronti di un diciannovenne che non aveva ancora toccato la serie A e che il Chelsea ha deciso di acquistare. Cesare Casadei deve essere davvero bravo, mi domando tuttavia quante possibilità abbia di giocare per Tuchel. Di italiani emigrati giovanissimi nei principali campionati esteri ne abbiamo contati parecchi, da Gattuso in avanti, non ricordo però chi tra i tanti abbia avuto successo.
Sarebbe inoltre opportuno che ci mettessimo d’accordo una volta per tutte: in molti piangono calde lacrime quando un talentino sceglie di lasciare l’Italia, mentre proprio il ct campione d’Europa e fuori dal Mondiale, e con lui il guru Capello, invitano spesso i boys a farsi le ossa all’estero.
Contraddizioni, ipocrisie e scandali al sole. Vogliamo parlare dei genitori procuratori? Non soltanto della impopolarissima mamma Rabiot, ma anche, che so, del papà di Tommaso Mancini che pare abbia chiesto una commissione di due milioni: del resto il ragazzo è figlio suo, l’ha cresciuto e ne possiede la titolarità.
La deregulation effettiva favorisce i parenti investitori e gli agenti meno onesti: chi dovrebbe occuparsi del rispetto delle norme se ne strafotte e lascia che il calcio prosegua con queste assurde modalità. I giornali segnalano numerose storture, ma chi si muove? Il padre di Haaland ha ricevuto un bel po’ di milioni per il passaggio del figlio al City. Benissimo: a chi ha fatturato il Manchester? E quei soldi come sono arrivati a Haaland senior? Mi ripeto: da quattro anni e mezzo ci raccontano che la Fifa lavora per moralizzare il calcio preparando un regolamento ultramoderno che sarà peraltro impugnato un minuto dopo la pubblicazione perché scritto senza tener contro della realtà del mercato. Quando si deciderà, la stessa Fifa, a fare qualcosa di buono e giusto?


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