MILANO - Meglio prima che dopo: così si dice in questi casi. Se ci sono dei problemi è preferibile andarci a sbattere subito, così da avere più tempo per intervenire. In questo senso, insomma, la sconfitta con la Lazio, per l’Inter, potrebbe trasformarsi in una sveglia salutare. I margini per correre ai ripari, però, sono comunque ridotti, visto che sabato prossimo ci sarà già il derby con il Milan e tra 10 giorni la sfida di Champions, con il Bayern, prima tappa di un girone letteralmente infernale. In mezzo, martedì, il match con la Cremonese: un'occasione per ripartire. Ma è chiaro che per quel doppio appuntamento dovrà presentarsi un’Inter diversa.
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La condizione fisica dell’Inter
Già ma quali sono i problemi, o meglio le spine, che deve risolvere Inzaghi? Il principale sembra essere la condizione atletica. La squadra, infatti, appare ancora pesante, con poca brillantezza e rapidità. Durante la preparazione è stato fatto molto fondo, probabilmente in previsione dei tanti impegni ravvicinati fino alla sosta per il Mondiale. Significa che, riducendosi lo spazio per allenamenti veri e propri, la miglior condizione andrà trovata giocando. Intanto, però, appena il fiato comincia ad accorciarsi, l’Inter ha la tendenza ad allungarsi e, quindi, ad andare in sofferenza sulle ripartenze degli avversari. Risultato: la difesa va in affanno. Lo si è visto in precampionato, con 10 reti incassate in 5 amichevoli, e pure nelle prime gare ufficiali, 4 gol presi in 3 partite.
Il sospetto di Inzaghi
Il primo a rendersi conto della situazione è Inzaghi, che, infatti, in queste 3 gare ha sostituito anche chi in genere, l’anno scorso, non toglieva mai. Gli è andata bene a Lecce, quando si è giocato la carta dei 4 attaccanti, molto meno venerdì sera a Roma. Il cambio di Dumfries, ad esempio, ha lasciato un po’ tutti sorpresi, alla luce di quello che aveva fatto l’olandese fino a quel momento. Alla base, peraltro, c’era stata la scelta iniziale di Gagliardini per contrastare Milinkovic-Savic. In questo senso, il tecnico nerazzurro è recidivo: l’ha fatta 3 volte su 3 e gli è andata bene solo una volta. Il sospetto è che affrontare la Lazio, gli tolga un pizzico di lucidità.
La situazione sulla corsia mancina
Si sta rivelando più complicato del previsto, infine, assorbire l’addio di Perisic. Il suo sostituto naturale, Gosens, è tra i più in ritardo, essendo reduce da un anno disgraziato, in cui ha giocato pochissimo. Ecco perché gli viene preferito Dimarco, che però ha delle lacune difensive, come si è visto sul gol di Felipe Anderson. Entrambi, peraltro, hanno caratteristiche diverse dal croato, che aveva una dote fondamentale: l’uno contro uno che dava superiorità numerica. Ad eccezione di Correa (una riserva), l’Inter non ha nessun elemento in rosa con quella capacità. E in certe gare è una mancanza che si avverte. In casa nerazzurra sarà oggi il giorno del confronto allenatore-giocatori, con la visione dei filmati di tutto quello che non ha funzionato all’Olimpico. Ieri, infatti, dopo aver dormito alla Pinetina di rientro da Roma, la truppa si è allenata al mattino e poi c’è stato il rompete le righe.