Inter, i segreti dello stratega Simone Inzaghi

Un mese fa, dopo la caduta interna con il Monza, era già stato considerato un tecnico  in partenza. Poi la svolta
Inter, i segreti dello stratega Simone Inzaghi© ANSA
Pietro Guadagno 
5 min

Il fenomeno Inzaghi. Fenomeno perché ciò che la sua Inter ha fatto, in questa stagione è stato fenomenale. Ma fenomeno anche nel senso di “caso da studiare”, perché il percorso è stato da montagne russe, con il picco negativo toccato soltanto un mese fa e quello positivo da raggiungere il 10 giugno a Istanbul. Senza trascurare, poi, il paradosso di una squadra che, in campionato è riuscita a rimediare ben 11 sconfitte, lasciando 2 punti anche alla Sampdoria ultima in classifica, mentre nelle Coppe è stata una sorta di caterpillar, conquistando la Supercoppa a gennaio e raggiungendo prima la finale di Coppa Italia e poi, clamorosamente, anche quella di Champions.

Inzaghi e la conferma di Zhang 

Un mese fa, appunto. Dopo la caduta interna con il Monza, Inzaghi era già un allenatore esonerato. A meno di scossoni, avrebbe concluso la stagione e poi sarebbe stato sancito l’addio, nonostante il contratto fino al 2024. Ebbene, ieri sera (un pareggio e 8 vittorie in fila dopo), nel pieno dell’euforia post-Euroderby, Zhang è stato tassativo: «Non vedo perché dovremmo cambiare allenatore. Inizieremo la terza stagione con Inzaghi». Mentre, praticamente in contemporanea, il tecnico piacentino sottolineava: «Ho un contratto anche per l'anno prossimo e la mia volontà è quella di restare». Tutto a posto, quindi? Probabile che la direzione sia quella. Ma, dopo Istanbul, a bocce ferme, un chiarimento sembra obbligatorio, prima di parlare di rinnovo. Perché le incomprensioni emerse nei mesi scorsi non possono essere archiviate così semplicemente: la dirigenza si aspettava di più in campionato, il tecnico avrebbe gradito più sostegno appoggio.

Inzaghi e la gestione dello spogliatoio

Ma non è questo il momento dei confronti. O meglio, di quelli definitivi. Perché nel corso dell’annata ne sono andati in scena parecchi, come riportato da alcuni giocatori. E, forse, sono stati il segreto per superare i momenti di crisi - ce ne sono stati diversi - e arrivare lanciati al finale di stagione. Peraltro, una delle abilità dimostrate da Inzaghi è stata quella di tenere insieme il gruppo in mezzo alle molte tempeste, riuscendo a farsi seguire anche nei momenti in cui era più in discussione. La squadra ha puntualmente risposto con una grande prestazione ogni volta che si diceva Simone fosse stato “mollato”. 

Le scelte di Inzaghi

La gestione dello spogliatoio, però, è stato solo una delle chiavi di questa annata. Inzaghi ha messo la sua impronta anche con scelte decise e precise. Ad esempio, ha puntato su Onana titolare, al posto di Handanovic. Stesso discorso con Acerbi, voluto a tutti i costi (e a ragione), divenuto imprescindibile ai danni di De Vrij. Senza dimenticare la trasformazione di Calhanoglu in regista. All’inizio è stata una necessità, poi il turco ha scalzato Brozovic.

Inzaghi mago di coppa

Ciò che è sempre stato riconosciuto a Inzaghi è la capacità di preparate le sfide senza un domani, quelle da dentro o fuori. Beh, da quando siede sulla panchina nerazzurra, solo Klopp, con il Liverpool, è riuscito ad eliminarlo. Per il resto ha fatto percorso netto in due Coppe Italia consecutive e ora pure in Champions. Inoltre, quei 4 derby vinti in fila, senza incassare un gol, lo proiettano nella storia. E ora per Pioli è diventato un incubo. Sull’altro piatto della bilancia, ci sono le difficoltà nelle competizioni sul lungo periodo, certificate appunto dalle 11 sconfitte in campionato. 

Inzaghi, il turn over e la gestione della rosa

E una delle critiche che gli sono state fatte era quella di non sapere amministrare la rosa, facendo giocare troppo alcuni uomini e trascurandone altri. Ebbene, l’ultimo mese ha cancellato anche questo appunto. Perché Inzaghi ha lanciato il turn-over sistematico, arrivando a cambiare anche 8 o 9 uomini tra una gara e l’altra. Forse l’ha fatto per necessità, dovendo gestire tanti impegni ravvicinati. Sicuramente è una delle ragioni delle attuali condizioni smaglianti della squadra. Chissà che questa volta non gli sia utile anche per il futuro. In finale di Champions, però, le rotazioni non ci saranno: andranno in campo i migliori e stop.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Inter, i migliori video