Fiorentina-Inter, la finale delle finaliste

Ultimo atto di Coppa Italia tra viola e nerazzurri con vista sull’Europa: le due squadre sono attese dai grandi appuntamenti di Conference e Champions
Fiorentina-Inter, la finale delle finaliste
Alessandro Mita
5 min

ROMA - C'è qualcosa di grande che questa finale di Coppa Italia ci racconterà. Stadio Olimpico, ore 21, sold out come solo José Mourinho sa fare qui, Inter e Fiorentina l’una contro l’altra. La finale delle finaliste: suona bene ed è bello, bellissimo, per chi ne è protagonista. Ora la coppa nazionale, poi l’Europa da conquistare, la più prestigiosa per i nerazzurri, la neonata (ma di valore) per i viola. Infine, a gennaio 2024, si ritroveranno a sfidarsi anche in Arabia per la Supercoppa con la nuova formula. Ma ora conta il presente: due squadre che si contendono un trofeo di casa nostra e che poi voleranno a Istanbul e a Praga per dare al nostro calcio un nuovo successo, un motivo di orgoglio. Chi vince stasera si avvicina alla storia. E non è poco. Non è poco per Simone Inzaghi, re di coppe, che, dopo un campionato non del tutto all’altezza, cerca la consacrazione in quello che è il suo terreno preferito, i tornei a eliminazione appunto. E non è poco, anzi, è moltissimo, per Vincenzo Italiano, che cinque anni fa giocava i playoff in Serie D e oggi vede schiudersi davanti a sé orizzonti che neppure lui avrebbe immaginato quando ha iniziato la sua avventura con la Fiorentina.  

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La sfida delle panchine

All’Olimpico c’è l’allenatore che è partito subito forte, allenando la Lazio di Lotito dopo la trafila nelle giovanili, e che oggi sogna il grande colpo: non solo la Coppa Italia ma anche la Champions, il fiore all’occhiello della sua ancor giovane carriera. Dalle critiche all’entusiasmo: Inzaghi le ha passate tutte in questa stagione e stasera potrebbe iniziare il suo percorso di beatificazione nerazzurra (quest’anno ha vinto anche la Supercoppa). Difficile, oggi, pensare che la sua panchina possa tornare in bilico come lo è stata qualche tempo fa. Dall’altra parte c’è Italiano, il tecnico creato dalla gavetta, nuovo entrato nel club degli allenatori top del nostro calcio. Due finali in una stagione al secondo anno in viola: chi lo avrebbe pensato? Se il suo collega è ormai un allenatore affermato, lui stasera inizia un percorso differente, quello che lo potrebbe portare presto, magari già a giugno (seppure ancora legato per un’altra stagione al club viola), a finire nel mirino di altre società. Lo ha detto lui e lo ha detto il presidente Commisso: quando le due finali saranno state giocate, quando tutto sarà finito, bisognerà sedersi al tavolo e decidere futuro e strategie. Anche Italiano può capitalizzare il suo lavoro degli ultimi anni. Non solo la Fiorentina. 

La voglia di Firenze

Ma c’è anche qualcosa di altrettanto grande che questa finale all’Olimpico sta per raccontarci. È la voglia di Firenze di tornare a urlare di gioia, di tornare ad alzare un trofeo. Uno si volta indietro e vede l’accoppiata Coppa Italia-Coppa europea (in questo caso Coppa delle Coppe) del lontano 1960-1961. Poi scorre il film del tempo e trova una finale di Coppa Italia persa nel 2014 (con il Napoli) e l’ultimo successo lontano ben 22 anni, nel 2001. Era la Fiorentina di Roberto Mancini. Per questo i quasi 30.000 tifosi viola che stasera si accomoderanno all’Olimpico porteranno con sé una speranza in più, un entusiasmo probabilmente più definito dei nerazzurri. Questa è anche la notte di Firenze, del suo popolo. Fra quelli presenti a Roma ci sarà pure il sindaco Nardella, che ieri ha illustrato qual è lo stato d’animo della città oggi: «Spero che gli otto maxischermi siano sufficienti... C'è la voglia di esultare, di partecipare. Il ritorno della finale di Coppa Italia ha travolto di entusiasmo tutta Firenze». 

Forze a confronto

Ma l’entusiasmo non fa dimenticare ai fiorentini che c’è un valore differente di forze in campo. La squadra di Italiano parte un gradino sotto, l’Inter parte favorita. Anche se non di molto, in verità. I due confronti di campionato, infatti, parlano di una vittoria nerazzurra in pieno recupero al Franchi e una vittoria viola a San Siro, 4 gol per parte realizzati: segno che Italiano sa come affrontare il rivale. Poi la differenza la faranno le motivazioni, i muscoli, la determinazione. Qualità che la Fiorentina ha spesso dimostrato di saper usare per cancellare le proprie imperfezioni. Quindi, può succedere di tutto ma di sicuro sarà una sfida intensa. E del resto la finale delle finaliste non può che regalare emozioni. 


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