Inter, in attacco il dato è pazzesco: nessuno come Inzaghi

Miglior reparto offensivo della Serie A dopo la goleada alla Lazio. E con tanti marcatori...
Pietro Guadagno
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Febbre a 40. È il bottino di reti messo insieme dall’Inter in 15 giornate di campionato: miglior attacco del torneo (2,66 gol a partita), nonostante la gara da recuperare con la Fiorentina. L’Atalanta, che segue la banda di Inzaghi, si è fermata un gradino sotto, a quota 39, ma appunto con 90’ giocati in più. Il 6-0 dell’Olimpico ha sancito il sorpasso, ma non si è trattato di un exploit isolato. La squadra nerazzurra aveva segnato 5 gol anche a Verona, mentre è arrivata a 4 con la stessa Atalanta e la Juventus. Solo con Monza, Roma, Venezia e Napoli si è fermata a uno. Insomma, una vera e propria macchina da gol. Che spesso e volentieri appare inarrestabile sul piano della produzione offensiva. Non a caso in campionato non è mai rimasta a secco, a differenza della Champions, dove ha sparato a salve in casa di Manchester City e Bayer Leverkusen, le uniche due gare non vinte.  

L'attacco dell'Inter fa paura. E segnano tutti

L’Inter segna tanto. Anche più dell’anno scorso. Visto che, allora, dopo 15 giornate il “raccolto” era stato di 37 gol, mentre nelle prime due stagioni di Inzaghi l’attacco di era fermato a 36 e 34 reti. Per di più, nell’Inter segnano davvero tutti. Con la prodezza di Carlos Augusto, infatti, sono diventati 14 i marcatori differenti in Serie A. E considerando pure la Champions, quindi anche i sigilli di Taremi e Arnautovic, i goleador salgono addirittura a 16. A far la voce grossa quest’anno è Thuram, già in doppia cifra e avviato a stabilire il proprio record in carriera. Invece è in ritardo Lautaro. Che però, come si può leggere anche a parte, ora si dedica anche ad altro in campo. Ad ogni modo, il fatto che l’Inter sia così straripante in zona gol nonostante il suo cannoniere principe abbia le polveri un pizzico umide, volendo, è un’ulteriore nota di merito. Significa che l’impianto di gioco è costruito per consentire a tutti di fare male, senza dipendere da qualcuno. 

Il dato sugli assist in casa Inter

ndicativo, in questo senso, proprio quanto accaduto l’altra sera all’Olimpico. Oltre ai 6 gol con sei autori differenti, a eccezione del primo, ovvero il rigore di Calhanoglu, tutti gli altri sono scaturiti da azioni di squadra, rifinite da un assist voluto e preciso: Dumfries per la prodezza di Dimarco, Calhanoglu per quella di Barella, Bastoni per l’incornata dello stesso Dumfries, ancora Dimarco per la stoccata di Carlos Augusto e infine Mkhitaryan a ispirare Thuram. Insomma, nulla di casuale, ma tutto frutto e conseguenza di un gioco collaudato, divenuto spontaneo e perfino “meccanico”. L’ulteriore curiosità, a proposito della rete di Dimarco, è che, a conclusione dell’azione, dentro l’area della Lazio c’erano due laterali e tre centrocampisti, ma nessun attaccante… 

L'importanza delle fasce

Peraltro, uno dei marchi di fabbrica dell’”Inzaghi-ball” è il gol da esterno a esterno. Ebbene, quale altra squadra può vantarne due del valore di Dimarco e Dumfries? Insieme, dall’inizio della scorsa stagione, quindi in un anno e mezzo, hanno prodotto ben 15 gol in campionato, 8 per l’azzurro e 7 per l’olandese, a cui vanno aggiunti assist e rigori procurati (rispettivamente 9 e 7) per altre 16 reti. Il totale fa 31. E se per Inzaghi si tratta di un vero tesoro, per gli avversari invece è l’ennesima dimostrazione che, contro l’Inter, nessuna distrazione è concessa. 

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