Buffon: «Juve, scudetto epocale. E' il mio più bello»

Barzagli: «Ora la Coppa Italia». Bonucci: «Questo titolo è per chi diceva che senza campioni non avremmo vinto»
Juventus, è festa scudetto in piazza San Carlo a Torino
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TORINO - «Il primo scudetto è quello che fa godere di più, ma questo è stato senz'altro il più bello. È stato epocale». Il capitano della Juventus, Gigi Buffon, celebra così il quinto titolo consecutivo. «Lo abbiamo conquistato - ha aggiunto il numero 1 - con valori che vanno oltre la tecnica. Mi auguro che possa diventare ordinaria amministrazione...».  «Questo è uno scudetto epocale, per l'importanza, visto che è il quinto consecutivo, e per come lo abbiamo vinto, con una rimonta secondo me incredibile, impressionante, che mi auguro non si sia fermata alla vittoria di Firenze, ma prosegua anche in queste ultime tre gare, per suggellare una stagione irripetibile», aggiunge Buffon, che ha parlato anche ai microfoni di Sky Sport. «Ci sono stati dei momenti, soprattutto iniziali, nei quali la paura di non farcela e di aver pensato anche troppo positivo in precedenza poteva averci tratto in errore - aggiunge - invece con la forza di un gruppo di lavoro stupendo e responsabile e di una società forte, che nei momenti opportuni ci ha spalleggiato o 'frustato', siamo arrivati a compiere un'impresa veramente difficile». Il numero uno promuove come sua migliore parata quella sul colpo di testa di Glik nel derby col Torino: «Se avesse fatto il 2-1, secondo me, ci avrebbe veramente spezzato le reni, come si usava dire una volta. Invece, quella parata ci ha permesso di rimanere sul risultato di parità e poi vincere la gara al 95', con quel briciolo di fortuna e quel gol di Cuadrado. E da lì è ripartita la rimonta».

SULLA PROSSIMA STAGIONE - «Ad agosto ricomincerà un'altra stagione e noi ripartiremo con la certezza di sapere di valere, perché quando fai una partita alla pari con una squadra come il Bayern Monaco significa che ormai sei arrivato a un livello veramente importante. E questo, al di là della sconfitta bruciante, è una risposta che abbiamo avuto da quella gara». Così il capitano della Juventus dopo il quinto scudetto consecutivo della Juventus. «Credo che gli 80 minuti che abbiamo fatto a Monaco nessuno ce li possa togliere, noi ce li abbiamo scolpiti nella testa, i 75, fino a quando vincevamo 2-0 - aggiunge il numero 1 -. Sono stati 75 minuti che, al di là della sconfitta finale, ci hanno trasmesso tanta fiducia e tanta consapevolezza, perché poi il calcio non si ferma a quella partita lì e non si ferma ora a giugno». I bianconeri hanno ancora tre partite di campionato e la finale di Coppa Italia contro il Milan, il 21 maggio. «Pensiamo al Carpi - dice ridendo Buffon -. No dai, due o tre giorni festeggiamo, almeno quello...»

SU POGBA - «La società in questi anni non ha sbagliato una mossa, perché alla fine tutto quello che hanno fatto si è tradotto e ribadito in vittoria. Tutti noi abbiamo grande fiducia nell'operato della società». Lo afferma il capitano della Juventus, Gigi Buffon, intervistato in esclusiva ai microfoni di Sky Sport HD. «Penso che Paul (Pogba, ndr) quest'anno abbia fatto un cambiamento - aggiunge a proposito del futuro del numero 10 - e un miglioramento ultimo sostanziale, che è stato quello di diventare da grande giocatore a leader in campo della squadra e, secondo me, un giocatore come lui, a quest'età, con questo tipo di prospettiva e consapevolezza, credo che potrebbe fare veramente la fortuna di tutte le squadre. E mi auguro la faccia alla Juve».

BARZAGLI «Alla squadra darei 10, per quello che ha fatto nonostante la partenza. Siamo diventati una vera squadra, con grande solidità e con giocatori che sono diventati campioni». Così il difensore della Juventus Andrea Barzagli, nel corso del programma 'Serie A Live' in onda su Premium Sport. «Ma la stagione non è finita: abbiamo ancora la finale di Coppa Italia, la nostra mentalità è di non appagarsi mai e volere sempre puntare al trofeo successivo», sottolinea il difensore bianconero, protagonista di una grande stagione. «Quando sono arrivato dal Wolfsburg mi sono rimesso in gioco: volevo dimostrare a me stesso per primo che potevo stare ad alti livelli - ricorda -. Come è stato possibile mantenere questo passo? La spiegazione sta anche nella crescita di molti ragazzi che sono arrivati quest'anno: hanno capito che qui conta solo vincere. Il mix tra loro e noi 'vecchiettì ha permesso il realizzarsi di questa camminata inarrestabile. Il gol di Cuadrado nel derby è stata una delle svolte - conclude -. A volte ci sono momenti che ti decidono le stagioni, ma per fare 25 risultati utili consecutivi devi avere una solidità tale che la sorte conta poco».

AGNELLI: «CI VOLEVANO MORTI...»

DYBALA - «A Palermo mi chiedevano perché fossi andato alla Juventus, questo scudetto è la risposta: volevo iniziare a vincere». L'attaccante della Juventus Paulo Dybala celebra così lo scudetto bianconero, il primo della sua carriera. «La forza di questo gruppo è la convinzione - aggiunge -: ci davano per morti, ma noi ci abbiamo creduto fino alla fine». Il giovane bianconero ha poi ringraziato «mister Allegri e tutti i compagni: se sono cresciuto - dice - è merito della fiducia che mi hanno accordato».

ALLEGRI: «PIU' FORTI DI TUTTO»

BONUCCI - Lo scudetto, il quinto consecutivo, è la risposta «a chi diceva che senza campioni come Pirlo, Vidal e Tevez non saremmo stati gli stessi. Invece abbiamo dimostrato che, a partire dalla società, questo è un gruppo vincente». Così Leonardo Bonucci, nel corso del programma "Serie A Live" in onda su Premium Sport. Il difensore della Juventus parla di una «stagione pazzesca: ci davano per morti e invece eccoci qui». «Dovevamo cambiare rotta e la direzione ce l'ha data il nostro capitano in quel famoso discorso - ricorda Bonucci -: la Juventus del primo mese e mezzo era troppo brutta per essere quella vera e infatti sono venuti fuori gli uomini prima dei giocatori. Così abbiamo fatto 24 vittorie su 25. Gran parte del merito va all'allenatore che non ci ha mai messo l'ansia del risultato e poi a Buffon e a noi senatori che abbiamo preso per mano questa squadra. Dei cinque scudetti vinti il più importante per me è il primo, perché ha dato il via al ciclo, al secondo posto metto questo, per come è arrivato. La svolta quest'anno è stata nel capire, noi vecchi, cosa stavamo perdendo».


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