ROMA - Il cantiere è aperto, le prove di futuro sono già iniziate. Massimiliano Allegri ha la fortuna di poter contare su una rosa di grande qualità e profondità, tale da permettergli di sperimentare diverse soluzioni. Al momento si va avanti con le certezze: il canovaccio base resta il 3-5-2 che ha cementato i successi dell’ultimo quinquennio. Ma l’evoluzione è dietro l’angolo. L’obiettivo del tecnico è di poter varare in un tempo non troppo lontano la difesa a quattro, in modo da sfruttare le caratteristiche del suo parco attaccanti e dare un respiro europeo alla squadra. Non dimentichiamo che la prima svolta dell’era Allegri avvenne proprio in Champions League: il 4 novembre 2014 nella gara senza ritorno con l’Olympiacos, l’allenatore sorprese tutti con il 4-3-1-2. Per ora, la coperta corta a centrocampo (Marchisio e Asamoah ai box) e la necessità di ripartire di slancio con il sistema di gioco che dà sicurezze hanno impedito le novità. Ma a Zagabria si è avuto l’antipasto di ciò che sarà.
NUOVO MODULO. Minuto 68, sostituzione: esce Barzagli, dentro Pjaca. Il risultato è già al sicuro (i bianconeri sono in vantaggio 3-0 sulla Dinamo) e Allegri ridisegna la Juve secondo il 4-2-3-1. Davanti a Buffon, ci sono Dani Alves-Bonucci-Chillini-Evra; Khedira ed Hernanes fanno da diga davanti alla difesa, Cuadrado, Dybala e Pjaca compongono la linea tutta fantasia e velocità alle spalle di Higuain (soltanto per una manciata di minuti) e poi di Mandzukic. Ecco il nuovo vestito della Juve che verrà. Cambiando qualche interprete, è questo l’approdo tattico cui tende Max. Una linea difensiva a quattro (in cui anche Dani Alves viaggia con il pilota automatico, mentre sembra ancora in adattamento con i compiti del 3-5-2), una coppia di mediani a presidiare e ad avviare la manovra. E poi, spazio alla creatività. Sì, perché Allegri può sbizzarrirsi nel disegnare la linea di trequartisti alle spalle dell’unica punta. Il riferimento avanzato sarà naturalmente Higuain. Dietro potranno agire, da destra a sinistra, Dybala-Pjanic-Pjaca, con Cuadrado alternativa di lusso per le fasce. Non c’è dubbio che una soluzione del genere possa favorire l’esplosione definitiva del Pipita che ha già timbrato 5 gol in 8 presenze (5 da titolare), ma che sta ancora lavorando per affinare i movimenti con Dybala nel 3-5-2. A Napoli il bomber argentino era il perno offensivo del 4-3-3; ora il 4-2-3-1 allegriano si avvicinerebbe al modulo con cui ha firmato 36 gol la scorsa stagione.
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