Thuram attacca Bonucci: «Le sue parole violente come quei buu»

Duro l'ex difensore della Juventus: «Dice ciò che molti pensano, che i neri si meritano quello che succede loro, è vergognoso»
Thuram attacca Bonucci: «Le sue parole violente come quei buu»
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ROMA - «Bonucci dovrebbe vergognarsi». Lilian Thuram, ex difensore di Parma e Juve, va giù duro nei confronti del centrale bianconero. Intervistato da "Le Parisien" su quanto accaduto martedì sera a Cagliari, Thuram non si dà pace per le frasi a fine gara di Bonucci sui 'buu' a Moise Kean e a poco sembra servire la precisazione fornita ieri sera dal numero 19 bianconero. «Bonucci dice dice ciò che molti pensano: 'I neri si meritano quello che succede loro'. Un compagno di squadra dice a Kean che si merita quei 'buu' e che i tifosi possono continuare. A Bonucci andrebbe chiesto: cosa ha fatto Kean per meritare simili offese, per meritare tanto disprezzo? Non dice che i tifosi hanno sbagliato ad agire in quel modo ma che il giocatore in parte se l'è cercata. La reazione di Bonucci è violenta come quei buu. E' come quando una giovane donna viene violentata e alcune persone fanno notare il modo in cui era vestita. E' a causa di queste persone che non si va avanti».

PROPOSITI VERGOGNOSI - Poi il duro attacco dell'ex Juve prosegue: «Bonucci non è stupido, ma ha una certa idea della società e i suoi propositi sono solo vergognosi. Bisogna essere chiari sul razzismo. Quei ‘buu’ rappresentano il disprezzo verso tutte le persone, compresi i bambini, che hanno il colore della pelle di Kean. A Kean e alle persone nere voglio dire di essere fieri e esigere rispetto da gente come Bonucci che vorrebbero curvassero la schiena».

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SOLIDARIETA' - «Ogni volta tutti dicono che la prossima volta la partita sarà sospesa, ma non succede mai. Constato che le istanze del calcio se ne fregano. Se fosse davvero stato un problema, la gara sarebbe stata fermata. La squadra avrebbe dovuto lasciare il campo e una soluzione si sarebbe trovata. I giocatori che non subiscono razzismo devono essere totalmente solidali con i loro compagni presi di mira. Bisogna capire che quando un giocatore subisce tale violenza, quest’ultima si ripercuote su milioni di persone. Bisogna chiarire che non si può andare avanti così, che la partita non la si gioca. Ma il calcio è un business, dunque nulla sarà fatto dalle istituzioni che non hanno mai colto l’occasione per intervenire», la conclusione di Thuram.

(In collaborazione con Italpress) 


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