Dai polli ai cavalli, il calcio secondo Allegri

Il tecnico si racconta nel suo primo libro: «E' molto semplice»
Dai polli ai cavalli, il calcio secondo Allegri
Andrea Ramazzotti
3 min

ROMA - Il calcio secondo Massimiliano Allegri è un insieme di regole utili per capire come lavora e come intende il gioco. Concetti semplici ed espressi in maniera stringata che il tecnico livornese ha riassunto in “E’ molto semplice”, il primo libro della sua carriera (pubblicato da Sperling & Kupfer). La filosofia di Max è nel titolo dell’opera perché lui considera il pallone non una scienza, ma un gioco e per questo vuole evitare che una cosa semplice venga resa complicata. Una delle parole fondamentali è «equilibrio», quello che serve per gestire lo spogliatoio, il rapporto con i dirigenti e le situazioni più complicate. Allegri ha dato i suoi suggerimenti raccontando episodi che gli sono successi nella duplice veste di giocatore e di allenatore. Di fatto ha svelato a tutti l’«Allegriade». Attenzione l’Allegriade, ma non l’Allegrismo perché quello, come aveva detto lo scorso settembre, «non voglio che entri nel vocabolario (come il Sarrismo, ndr)».

POLLI E CAVALLI. Ed eccoci alle famose 32 regole, da leggere tutte d’un fiato, magari con il sorriso sulle labbra in alcuni casi, perché si tratta di concetti tremendamente veri. «Se ci avessero insegnato di meno, avremmo imparato di più», «Il calcio è semplice: devi fare l’opposto di quello che fanno i tuoi avversari», «La semplicità è la cosa più difficile. Più scendi di categoria, meno i giocatori passano la palla, perché vogliono dimostrare quanto sono bravi». Poi un simpatico parallelo con gli animali: «Voglio giocatori pensanti e non polli d’allevamento», ma anche «gli atleti sono come cavalli da corsa. Ogni tanto vanno messi al prato».

CREATIVITA'. Che Allegri non sia un amante degli schemi a tutti i costi lo ha certifi cato quando ha scritto: «Se vuoi sviluppare il talento, lascia esprimere i giovani in libertà» e «l’organizzazione deve essere al servizio della fantasia e dell’estro». E perché ciò accada è fondamentale la semplicità nel relazionarsi con lo spogliatoio, il non riempire troppo la testa dei calciatori («E’ importante dire soltanto tre cose semplici ai giocatori»). Ecco perché Max spesso sorride: «Se vuoi innalzare i picchi di prestazione, usa il cazzeggio creativo» con l’obiettivo di «essere autorevoli, non autoritari» perché lui ritiene che «gli attori principali sono sempre i giocatori» e che devono essere messi in condizione di rendere al massimo dando loro «quello che serve, non ciò che vogliono».

PSICOLOGIA. Non è un caso che tra le 32 regole di Allegri non ce ne sia neppure una che riguarda la tattica. E' la gestione del gruppo al centro di tutto. «Autenticità, direzione e un pizzico di empatia. Ecco gli ingredienti perfetti per guadagnarsi la fi ducia dei giocatori», «lasciati guidare dalle tue sensazioni... ma non quando sei sotto stress» e «il momento per vincere alla roulette è breve. Se non lo cogli, la sconfi tta è quasi certa». Il resto sono altre massime condivisibili come «tutti possono giocare a pallone. Non tutti possono giocare a calcio» oppure «il bravo manager è colui che porta soluzioni, non problemi». Il calcio secondo Max. Un qualcosa da studiare... per vincere


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