Agnelli: «Via Allegri? La mia decisione più sofferta»

Il presidente della Juventus ha parlato dei motivi della separazione con il tecnico «che è anche mio amico» e poi ha spiegato: «Il club e la sua storia sono più importanti di tutto. Era il momento giusto per dividersi»
Agnelli: «Via Allegri? La mia decisione più sofferta»© Juventus FC via Getty Images
Andrea Ramazzotti
6 min

INVIATO A TORINO - Dopo lo stringato comunicato di ieri, il presidente Andrea Agnelli e il tecnico Massimiliano Allegri hanno spiegato la fine del loro matrimonio. Lo hanno fatto in una conferenza stampa allo Stadium alla quale hanno partecipato diverse decine di giornalisti e tutti i giocatori della prima squadra. Ci sono stati momenti di grande emozione. E’ stato il presidente Agnelli a prendere la parola per primo… «Prendo la parola io - ha iniziato - in questa giornata che è diversa dalle altre. Mi fa piacere avere qui i dirigenti e la prima squadra. Ricordo a chi farà le domande, che non risponderò a nessuna domanda sull’allenatore della stagione 2019-20. Un allenatore ci sarà, di questo potete stare tranquilli.

Sono qui per celebrare Max, un allenatore che da solo ha scritto la storia della Juventus. Quando si parlava di 5 scudetti di fila si parlava della Juve degli anni ’30 e invece Max ha fatto tutto questo da solo, cinque scudetti in fila. Mi ricordo quando a maggio del 2013 eravamo a Londra ad assistere alla finale di Champions, io e Paratici. Vedemmo da un pulmino della Uefa uscire Max da un hotel e dissi a Fabio: “Guarda, quello lì perché sarà il prossimo allenatore della Juventus. Prima di vederlo sulla nostra panchina abbiamo dovuto aspettare 14 mesi ovvero fino al 16 luglio 2014 quando tra le contestazioni è diventato il tecnico della Juventus.

A Vinovo fummo informati che ci sarebbe stata la contestazione e decidemmo di passare dal cancello davanti con la testa alta perché eravamo convinti di aver fatto bene. E’ il terzo allenatore come presenze, il primo per percentuale di vittorie e come media punti, ha vinto 11 trofei, ha giocato 2 finali di Champions. Questi per me sono stati anni bellissimi con tante vittorie. Abbiamo vissuto anche da vicini di casa, io lui e Barzagli, a fare colazione allo stesso bar, a cenare parlando non solo sulla Juventus, lui ha visto i miei figli crescere e io ho visto i suoi crescere. C’è stato un humus che è andato oltre la parte sportiva. Le 15 vittorie di fila che ci ha permesso di rivincere lo scudetto del 2016-17, lo scudetto di quest’anno vinto con 8 giornate di anticipo… Penso di aver trovato un amico sincero con cui potermi confidare nei momenti difficili.

La programmazione della Juventus però va avanti: la squadra avrà come obiettivo quello di vincere in Italia e in Europa e cercheremo di rafforzare questo gruppo. Cercheremo di trovare una casa alle donne e all’Under 23. La Juventus sarà all’avanguardia, con lo sguardo rivolto al futuro e ho la massima fiducia in Paratici, Nedved, Re e Ricci. Non ci sono elementi fattuali per questa separazione. Dopo la sconfitta contro l’Ajax sono seguite una serie di riflessioni che ci hanno fatto propendere per questa decisione. Questo era il momento giusto per chiudere uno dei più straordinari cicli della storia della Juventus. Normalmente le magliette vengono consegnate, ma io lo faccio adesso (gliene dona una, ndr). Un applauso per quello che hai fatto”.



Presidente, cosa è cambiato nell’arco di questo mese, dopo Juventus-Ajax?
Al di là delle dietrologie c’è stato un percorso di un mese di un gruppo di professionisti che hanno capito che, al di là delle dichiarazioni in un certo momento, dopo una partita persa, era giusto chiudere un ciclo vincente. Un gruppo di persone vincenti hanno chiuso al momento giusto una relazione bella invece che farla trascinare a lungo.

I tifosi che non amano Allegri hanno condizionato la vostra scelta?
No. Ha contributo il cuore, ma gestendo aziende bisogna prendere le giuste decisioni nei momenti in cui vanno prese. E’ solo il futuro che dirà se le scelte sono state corrette. Al di là di quello che sono le considerazioni esterne, noi viviamo una realtà all’interno. Dall’esterno non si possono conoscere le dinamiche per cui vengono prese certe scelte. A me non piacciono gli “yes man”, ma voglio uomini forti: si ascoltano le opinioni e poi si prendono le decisioni. Chi non sopporta le pressioni non può dirigere un’azienda.

C’è una causa per cui la coppia si è rotta. Nei matrimoni a volte succede per un motivo o per un altro. Nel vostro caso perché è accaduto?
Io e Max non siamo le persone più adatte a parlare di rapporti di coppia (risata generale di tutta la sala, ndr).

Che tipo di allenatore sta cercando per la Juventus? Conte verrà mai alla Juventus?
La prossima domanda grazie. Ho già risposto nella premessa.



La decisione è stata presa prima gli incontri di questi giorni?
C’è stato un percorso e c’è commozione anche adesso. Negli interessi di tutti questa è la decisione migliore per la Juventus. Ci sono state riflessioni: la società ha una sua storia e nessuna persona al suo interno è indispensabile, a partire da me fino ai magazzinieri. Guardiamo alla storia della Juventus, dei suoi dirigenti, dei suoi allenatori, dei suoi giocatori e dei suoi magazzinieri: è la storia della Juventus che è più grande di ogni persona.

E’ stata la decisione più sofferta della sua presidenza?
Sì, sì, credo di poterlo confermare per quello che ho detto.

Che Juventus nascerà dal prossimo mercato?
Dovete chiedere al direttore e a Paratici. Sarà lui a dare delle risposte. Ha responsabilità e obiettivi.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Juve, i migliori video