INVIATO A ACQUAVIVA PICENA - Valle del forno, quando si dice il destino: è un inferno, fa un caldo sconcertante, e l’Adriatico, che in fin dei conti è a vista d’occhio, sembra un miraggio che si staglia in lontananza dalla piazza. Due signori si sfidano a carte, in quella penombra che sa d’anticamera della felicità mentre la voce si sparge e diventa un’eco e tutt’intorno Acquaviva si sente posseduta dall’inquietudine: «Allora è vero....?». Verba volant, giù dalle colline, ma scripta manent tra i filari di viti e alberi che frenano quella scia curiosa di domande che vorrebbero approdare proprio in fondo all’ultima curva a destra, quella che introduce a San Benedetto del Tronto: è una striscia di confine, ora, di qua la Juventus e il suo potere acquisito e di là il resto di una umanità che spera di riavvolgere la storia, di capovolgerla semmai.
Però è calcio, sia chiaro, e si viaggia sulle metafore (anche se impegnative), che affogano sulla battigia, mentre qualcuno ha il sospetto di averlo intravisto, chissà come e chissà dove, sul lungomare mentre lui in realtà sta al telefono con Agnelli e poi con Paratici, per dare il via all’annuncio uffi ciale che alle 15 in punto di una domenica speciale apre un nuovo ciclo.
ISOLAMENTO - Sarri è in casa, nella sua villa con panorama mozzafi ato che ha cominciato ad affi ttare una decina di anni fa e che ora blocca per dodici mesi su dodici, per non correre il rischio di perderla: viene «blindato» dai proprietari e se vi infilate in via Balilla, dove sarebbe possibile riuscire a trovare contatti laterali all’agenzia che gli ha sistemato le sua vacanze per sempre, vi diranno sempre la stessa cosa: «Non possiamo svelare se sia qui o se non ci sia: Sarri ama la riservatezza».
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