Tutti i segreti di Sarri: ecco come ha trasformato la Juve

Il tecnico ha rilanciato gli elementi che il club aveva messo in vendita e adesso può modellare l’organico come crede: il meglio del suo lavoro, oltre i semplici risultati, deve ancora arrivare
Tutti i segreti di Sarri: ecco come ha trasformato la Juve© Juventus FC via Getty Images
Alfredo Pedullà
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TORINO - Giugno 2015: Maurizio Sarri firma per il Napoli e gli dicono «sai, controlla bene, ma non siamo troppo soddisfatti del rendimento di Koulibaly, Ghoulam e Jorginho. Potremmo pensare di cederli». Giugno 2019: Maurizio Sarri firma per la Juve e lo avvertono «tu valuta Cuadrado, Khedira e Matuidi, ma sappi che due sono in scadenza di contratto e l’altro non è intoccabile». La storia nasce due volte così e deve essere un bel risultato pensare che gli ex cedibilissimi siano diventati tasselli imprescindibili per le squadra che allena. E’ un po’ la forza del suo magazzino: se fanno l’inventario prima che arrivi è una storia, se lo fanno dopo è un’altra musica.

Da Koulibaly a Matuidi, quando Sarri fa la differenza

Quando i tre del Napoli erano più fuori che dentro, nessuno immaginava che il salto sarebbe stato così netto con Sarri. Jorginho è andato via per 65 milioni, doveva essere del Manchester City e invece raggiunse l’allenatore preferito al Chelsea; per Koulibay poche ore fa De Laurentiis ha detto di aver rifiutato una proposta da 105 milioni; Ghoulam era diventato uno degli esterni mancini più forti d’Europa (tra i primi tre) prima che un maledetto e grave infortunio contro il Manchester City gli tarpasse le ali. Il famoso magazzino si sente traslocando da Napoli a Torino sponda bianconera. Matuidi e Cuadrado stavano scivolando lentamente verso la fine del contratto, senza grossi margini per il prolungamento. Ora il mondo è cambiato, sul loro cielo non piove più ma splende il sole, al punto che si ragiona - eccome - su un rinnovo meritatissimo. E Khedira? Veniva considerato più fuori che dentro, nel mare magnum delle scelte a centrocampo. Ora Khedira non si tocca, magari non è al top, ma parte lui e gioca almeno un’ora. Khedi non sarà un fulmine di agilità, ma gli equilibri che garantisce lui sono fondamentali per Sarri.


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