Ecco quello che Cristiano Ronaldo ha detto a Sarri

Fuori Cr7, dentro Dybala: è bufera. Il tecnico bianconero ha rischiato ma alla fine ha avuto ragione lui
Ecco quello che Cristiano Ronaldo ha detto a Sarri© LAPRESSE
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Da un fenomeno all’altro. Ronaldo esce, ancora sostituito e furente. Entra Dybala che con una magìa scaccia i fantasmi e riporta la Juve lassù, in testa alla classifica. La staffetta è d’oro, ma è comunque bufera. Perché già vedere Cristiano lasciare il campo per scelta tecnica è un evento più unico che raro, ancora di più se si tratta della seconda sostituzione in quattro giorni (tante quante in tutta la scorsa stagione). Non succedeva da maggio 2018 contro Villarreal e Barcellona, con la maglia del Real Madrid. Ma diventa appunto bufera perché CR7 rientra subito negli spogliatoi e lascia lo Stadium ancora prima della fine della partita. Succede che all’alba della ripresa CR7 perde l’ennesimo pallone della serata. Sarri, scuote la testa e si gira di scatto verso Dybala, che si stava scaldando, e decide per il cambio.

La frase di Cristiano Ronaldo a Sarri

Ronaldo esce decisamente rabbuiato, dice qualcosa verso la panchina che a tutto somiglia tranne che a una carezza - i social in Portogallo interpretano il labiale addirittura con un’offesa pesante come “figlio di p…” - e s’infila negli spogliatoi. A Mosca, in Champions, dopo il cambio motivato con un problema al ginocchio, era rimasto in panchina, pur non completamente soddisfatto di fare lo spettatore. Stavolta no. Il caso è servito, Ronaldo si fa in fretta e furia la doccia e va via dallo stadio più o meno mentre in campo si era nel recupero. E’ il primo episodio di insofferenza evidente nei confronti dell’allenatore da quando è in Italia. Con Allegri aveva gesticolato per la mancanza di coraggio e gioco offensivo. Con Sarri arriva il primo strappo clamoroso. Il Comandante rischia ma alla fine ha ragione, c’è vita oltre CR7, e minimizza il caso: «Ronaldo non è un problema, anzi. Bisogna per prima cosa ringraziarlo perché si è messo a disposizione in condizioni fi siche non eccezionali. Ho preferito sostituirlo perché non stava benissimo; se si arrabbia è normale. Ci vuole un po’ di tolleranza, tutti i giocatori hanno i cinque minuti di incazzatura quando vengono sostituiti. E ad un allenatore fa anche piacere; io sarei preoccupato del contrario». 

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