Cristiano Ronaldo spaccatutto. Ma vince la Juve

Si riaccende il dibattito pro e contro Sarri però il tecnico riavrà sabato prossimo a Bergamo un campione di nuovo decisivo. E il club gongola
Cristiano Ronaldo spaccatutto. Ma vince la Juve© AFPS
Alfredo Pedullà
4 min

Katia è un pezzo di cuore, come tutte le sorelle affettuose, orgogliose e apprensive. Siccome di cognome fa Ronaldo, fremeva per postare su Instagram: «Non si scherza con lui». Katia aspettava altri tre coriandoli della produzione di Cristiano, poco importa che siano stati lanciati in faccia alla modestissima Lituania. Totale in carriera: 705. Totale con il Portogallo: 98. A Katia interessava che segnasse, stupisse: se fosse stato un incrocio scapoli-ammogliati, sarebbe stata la stessa cosa.

Non scherziamo, eh, su queste cose non possiamo disquisire come se si trattasse di discorsi insignificanti: sono gol, a qualsiasi latitudine e anche contro difese che al primo respiro ti regalano autostrade a sei corsie. Immaginiamo l’ultimo giovedì sera a casa Ronaldo: alle 20,45 tutti in cucina, in salotto, in camera da letto, azionando la segreteria telefonica (“spiacenti, non ci siamo per nessuno”) e aspettando il primo replay che consentisse di verificare il Ronaldo show contro lituani allo sbando. E che quindi permettesse di andare su uno dei sacri e frequentatissimi account di famiglia per scaricare una sassata che assomiglia molto a quelle di Cristiano all’incrocio dei pali, imprendibile. Ci manca, ma arriverà presto, il tweet del cugino dello zio e poi saremo al completo, abbiamo già indizi illuminanti. L’altro pezzo di cuore, la sorellina che si chiama Elma, ha voluto attentare alla serenità (?) di Instagram con un post che è la sconsacrazione di qualsiasi tempio. «Dio non fallisce. Sta bene, e adesso?». Qui pare non ci sia stato bisogno di svegliare Maurizio Sarri in piena notte, già gli fi schiavano le orecchie e stava meditando di farsi visitare dal migliore otorino sulla faccia della terra. Poi gli hanno spiegato.

La normalità sconfessata

Ora, i trionfatori sono tre. Cristiano Ronaldo che si è sbloccato. Lo stesso Sarri che lo riavrà presto al massimo delle motivazioni e magari della forma fi sica: sabato 23 nella tana dell’Atalanta il miglior CR7 sarebbe il benvenuto per una nuova impresa. Sorride ovviamente la Juve che ha saputo gestire la fuga dallo Stadium di domenica scorsa lavando i panni nella blindatissima lavanderia di casa. In questa storia sono felici tutti i protagonisti: l’allenatore, l’asso di briscola e il club direttamente coinvolto. Basterebbe, eccome, per archiviare la pratica, invece si rischia di sconfessare la normalità. Questa: l’uomo delle scelte più delicate nota che il suo marziano (Ronaldo) al minuto numero 55 di Juve-Milan ha bisogno di una pausa, sbaglia troppo. Entra Dybala al suo posto, che decide, e i titoli sono per Sarri. Magari esagerando, comunque elogiandolo e dimenticando colpevolmente che, se quattro giorni dopo Cristiano fa tre gol alla Lituania, nulla toglie che quattro giorni prima fosse ben sotto il minimo sindacale. Normale sostituirlo, anche se stiamo parlando di uno dei più grandi o del più grande; anormale creare un dibattito giovedì sera o venerdì mattina quando si è consumata un’altra storia, un’altra partita, contro altri avversari. La normalità sconfessata, appunto. Quella che vedrà un allenatore attivo, sempre e per fortuna. Alla larga da sconti di sudditanza verso il fuoriclasse, prendendosi gli abbondanti rischi dal caso.

Pro e contro Sarri

Chi parla dopo, un classico sui nostri schermi, ne ha approfi ttato per celebrare la tripletta alla Lituania con un banale “contro il Milan andava tenuto in campo anche se non stava bene”. In pratica, Dybala che ha deciso si è già volatilizza to. Assurdo. Il partito contro Sarri sarà sempre ben rappresentato, Maurizio mai è stato troppo simpatico a chi non ha degnato di uno sguardo o di un’attenzione. Il partito dei pro non dimenticherà Juve-Milan e quella scelta con gli attributi. E non ci sarà una Lituania qualsiasi a rinnegare la seguente e imprescindibile regola: se stai bene, giochi; se non stai bene e deludi, esci. Magari passando dalla panchina e salutando i tuoi compagni. Ma Katia Ronaldo è un pezzo di cuore. E se domani in Lussemburgo Cristiano ne farà altri tre, dall’otorino Sarri dovrà andarci davvero. 


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