Juve, dubbi su Sarri. E inizia a serpeggiare la paura...

Le perplessità iniziali sulla scelta del dopo Allegri non sono mai state fugate. Il gioco ancora non decolla
Juve, dubbi su Sarri. E inizia a serpeggiare la paura...© Juventus FC via Getty Images
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TORINO - "Quelli che vincono sono più bravi degli altri. Ora vorrei fare un esempio ma se lo faccio viene giù tutto». Dei tanti messaggi lanciati da Max Allegri nella conferenza stampa in cui veniva annunciata la fine della sua avventura sulla panchina della Juve, questo è uno di quelli che ciclicamente torna d'attualità. Con ogni probabilità sapeva che il suo erede sarebbe stato Maurizio Sarri, con il senno del poi la sua frecciata può sembrare diretta proprio a lui. Perché in fondo i dubbi sulla scelta di Sarri che già c'erano inizialmente, oggi ci sono ancora. Non sul valore dell'allenatore e delle sue idee, sia chiaro. Ma sul fatto che Sarri sia adatto alla Juve, sì. O se la Juve sia la realtà giusta per Sarri, se si preferisce. Invertendo l'ordine, i dubbi restano. Tutti lì, appena sotto una superficie rappresentata da dei risultati che vedono in ogni caso la Juve prima in classifica, agli ottavi di Champions e in semifInale di Coppa Italia: basta grattare e i dubbi diventano paure, considerando passi indietro nel gioco e tutte le sconfitte pressate negli ultimi due mesi, condite da una serie di malumori che fanno più o meno rumore alla pari di una difesa che fa acqua.

I dubbi su Sarri

Fin dalle prime battute è stato accolto da un po' di scetticismo Sarri, almeno per quanto riguarda il popolo bianconero spaccato a metà tra chi auspicava una svolta nel gioco e chi continuava a preferire la vittoria sopra ogni altra cosa. Un (ex) antijuventino alla Juve, con la bacheca vuota fino all'ultima vittoria in Europa League e arrivato tardi (ma meritatamente) al calcio che conta, uno senza il physique du rôle da Juve ma che pur di arrivare alla Juve è andato contro tutto. Dubbi che poi sono proseguiti per alcune dichiarazioni controverse, ma anche per la gestione interna. Vedi Mario Mandzukic ed Emre Can, casi più di mercato che non di campo. Vedi soprattutto la difficoltà nel far coesistere le stelle a propria disposizione, merito di Sarri aver recuperato in tempo record Gonzalo Higuain e Paulo Dybala, poi però protagonisti di sfoghi non troppo nascosti al momento della staffetta, sempre perdonati come d'altronde fatto con sua maestà Cristiano Ronaldo: i patti erano chiari, eppure con lo scorrere del tempo la panchina è sempre meno gradita. E i dubbi su Sarri vanno avanti a tutto campo: un sistema tattico definitivo ancora non c'è tra tridente e trequartista, l'operazione «150 palloni» di Miralem Pjanic è un antico miraggio, la difesa alta non è ancora stata digerita con la Juve che ha già subito i gol che solitamente incassava in un intero campionato. Tutto bene finché si vince, ma ora si perde troppo spesso insomma.

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