Coronavirus, Dybala: “Mi mancava l’aria e non riuscivo ad allenarmi”

Il dieci della Juve racconta la positività al COVID-19: “Dolori ai muscoli e sintomi forti. Adesso io e Oriana stiamo molto meglio”. Poi rivela il momento del trasferimento in bianconero: "Mi chiamò Paratici e..."
Coronavirus, Dybala: “Mi mancava l’aria e non riuscivo ad allenarmi”© LAPRESSE
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TORINO - Sorridente e in felpa bianca, seduto sulla poltrona di casa. Paulo Dybala sta bene: “Ho avuto sintomi forti, ma oggi già sto molto meglio - ha raccontato il dieci della Juve nella diretta sul canale YouTube della società -. Posso muovermi meglio, camminando e cercando di allenarmi. Nei giorni scorsi mi mancava l’aria, non riuscivo a fare niente già dopo cinque minuti. Mi facevano male i muscoli. Per fortuna adesso io e Oriana stiamo meglio”.

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Dybala: “Giocare con Messi e CR7 è straordinario”

Vi ho portato tre maglie speciali. La prima è di Buffon, quella dei 120 anni della Juve - ha continuato la Joya -. È strana e molto particolare. C’è la sua firma, quindi non so quanti avranno questa maglia. Lui ha voluto scambiarla con me quel giorno, questa maglia è la storia del calcio. Poi ci sono altre due maglie molto importanti (Messi e Ronaldo, ndr) che rimarranno nella nostra storia. Avere la fortuna di giocare con entrambi è qualcosa di straordinario. Questi tre saranno per sempre nella storia del calcio e li terrò sempre con me”.

Dybala: “Ecco la cosa più strana che ho fatto”

La cosa più strana che ho fatto? Più che strana, brutta. Ero in bici con mio padre, volevo andare da mia mamma dopo aver finito scuola. Ho messo il piede nel raggio e me lo sono tagliato tutto. Ho quel ricordo, mi sono tagliato il piede per una cavolata ed è stato bruttissimo. Non l’ho più fatto. Se l’episodio mi ha migliorato il mancino? Sì, può darsi. O magari mi ha resto il destro un disastro”.

Dybala: “Dov’ero quando…”

Nell’agosto del 2001 avevo otto anno ed ero nel mio paese, a scuola. Giocavo con i miei amici nelle piazze. Quando Bergoglio è diventato Papa io ero da poco arrivato a Palermo. Mia madre è molto cattolica, crede in Dio. Per l’Argentina è stata una cosa molto importante, siamo contenti ancora oggi perché dà una bella immagine al mondo”.

Dybala: “Vi racconto il trasferimento alla Juve”

Ricordo tutto come se fosse ieri. Ero a casa, a Palermo, con mamma e il mio procuratore. Si parlava molto di quello che sarebbe potuto succedere, delle squadre che avrei potuto scegliere. Mi chiamavano tanti allenatori. A un certo punto, dopo pranzo, ha squillato il telefono del mio procuratore che mi ha detto: “Tra un’ora ti chiamerà il direttore sportivo della Juve”. Paratici mi ha rivelato che avrebbe fatto di tutto per portarmi in bianconero. Quando ho staccato, sono andato ad abbracciare mamma dicendole che non sarei andato da nessuna parte se non lì”.

Come si diventa Dybala

Il viaggio più bello l’ho fatto a Mykonos. Come si diventa Dybala? Un bambino deve divertirsi subito, io ho fatto così. Facevo tutto per passione, amo il calcio e gli dedico tanto tempo. Se vuoi diventare professionista, quello lo devi vedere più avanti con i settori giovanili, dai 14 anni in poi. Se sei giovane, devi divertirti con gli amici”. 

Dybala: “Contro l’Inter il momento top”

È stato quello dell’ultimo gol. Sarebbe stato bello se ci fossero stati i tifosi. Ho festeggiato con i miei compagni, è stato un momento clamoroso in una partita straordinaria. Con Ramsey ci troviamo sempre, appena ho ricevuto la palla sapevo di poter prendere il tempo a Handanovic. È stato un bel gol”. Sul tutorial della mask, la sua esultanza: “È molto semplice. Puoi farla con la mano che preferisci, ma metto sempre il naso sulle mani. Non c’è niente di difficile”.

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