La Juve avanti con Sarri senza convinzione: ecco i motivi

Dopo il ko a Lione e prima dell’Inter la sua panchina era rimasta in bilico. Il perdurare dello stop può dargli una mano
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Maurizio Sarri tra presente e futuro. Che per lui significano ancora Juve. Anche se fino a un mese fa o poco più, la conferma in vista della prossima stagione sembrava tutto fuorché sicura al di là del contratto in scadenza solo il 30 giugno 2022. Tra la penultima e l'ultima partita disputata, infatti, erano trascorsi dieci giorni in cui si è sentito tutto e il contrario di tutto, tra un rinvio e l'altro ecco che la preparazione al derby d'Italia contro l’Inter dell’ex Conte è durata quanto bastava per smaltire le scorie mentali più che fisiche legate allo scivolone di Lione. La sconfitta nella gara d'andata degli ottavi di Champions, infatti, ha rappresentato il punto più basso della breve gestione Sarri: non tanto e non solo per il risultato, quanto per il modo in cui è arrivato quell'1-0. La Juve con il ko di Lione completava un percorso che nel 2020 era fatto di passi indietro e di tensioni, di involuzione a livello di prestazione collettiva ma anche individuale. [...]

Sarri, futuro ancora alla Juve

Riuscì a fare di necessità virtù Sarri in quei giorni. Poi è arrivato lo stop di tutta l'attività, che va avanti ormai da quasi un mese, la vittoria con l'Inter rimane l'ultimo ricordo per ora di un 2020 che al di là di qualche exploit è stato deludente per la Juve. Così la decisione della Fifa di andare avanti ad oltranza, indipendentemente da quando si tornerà in campo, andrebbe in soccorso dello stesso Sarri che a questo punto vede avvicinarsi la conferma per forza ancor più che per scelta. O per meglio dire, vede allontanarsi il rischio di un eventuale cambio di rotta da parte della dirigenza, aspettando di capire come potrà poi concludersi la stagione più lunga di sempre: nel bene o nel male però tutti i risultati verranno condizionati da una situazione senza precedenti. E che forse può aiutare Sarri per riavvitare tutti i bulloni di una panchina che dopo Lione stava cominciando a traballare.


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