Sarri in bilico, la Juve delusa riflette: il futuro è a rischio

Il secondo obiettivo stagionale sfumato apre seriamente la questione sul futuro del tecnico. Ecco le ragioni del perché l'addio non sarà consumato ora ma solo eventualmente al termine della stagione
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Maurizio Sarri ha ragione a irritarsi (eufemismo) quando gli facciamo notare che in Italia non ha ancora acchiappato nulla. Premesso che non si tratta di malignità, ma di facilità nel titolare (“Sarri insegue il primo successo”), vincere campionati e coppe dalla B in giù ha un grande valore. Però, ovunque nel calcio di vertice, e in particolare sulla panchina della Juventus, non vincere porta inevitabilmente al subbuglio in cui, da qui alla fine di questa breve estate (per ora non) calda, vivrà Sarri. Con il secondo trofeo stagionale perduto (malamente), gli è già stata accostata la parola “esonero”. Vediamo qualche scenario.

Juve, ecco perché Sarri non verrà esonerato

Quando si parla di esonero, alla Juve, si parla di fine stagione che per questo giro sarà ad agosto inoltrato. Andrea Agnelli è della vecchia scuola bianconera: non si cambia in corsa, lo fanno i mediocri. Si tenne Gigi Delneri in caduta libera nel 2010-2011, non licenzierà Sarri in mezzo a questa anomala estate, malgrado la scontentezza diffusa dei tifosi. A di là della mancanza di risultati (finora), preoccupa la scollatura con la squadra. Magari fuori sono volenterosi, ma di questo in campo non c’è traccia. Si è vista tanta gente frolla, agonisticamente e moralmente, sul prato dell’Olimpico. Non diciamo che giochino “contro”, non giocano e basta, ma la risoluzione dell’arcano compete al tecnico. In questa stagione dall’andamento precario, Madama ha alternato scivoloni a riprese. Male a Lione, su con l’Inter. Ora 180 minuti senza gol e con rare occasioni, sono tanti. Nel deserto dell’Olimpico si è vista la differenza di valori esistenziali rimarcata da Gattuso: “Qui c’è gente in scadenza di contratto che piange”. Nella Juve non piangeva nessuno, quello più arrabbiato pareva Gigi Buffon, 42 anni. Per colpa di chi? (Zucchero). Perdere si può, soprattutto se vinci da otto anni, è questione di statistica. Più che l’assenza di risultati (vediamo, Madama è pur sempre la capolista), girerà attorno alla presa del tecnico sulla squadra.

Sarri resta alla Juve per ragioni economiche

Anche le ragioni della conferma hanno buone basi. Innanzitutto la presenza di solidi avversari. Quest’anno almeno due, esperienza nuova per la Juve. Poi la posizione di Fabio Paratici che è convinto della bontà della scelta di Sarri. Ancora. La questione economica, non secondaria. Tra pochi giorni scadrà l’anno sabbatico (stipendiato) di Max Allegri. Il costo del suo addio anticipato è stato di 15,67 milioni di euro. Sarri, con 5,5-6 milioni netti costa un po’ meno di Allegri che arrivava a 7,5, ma ha ancora due anni di contratto. Per una società attenta ai bilanci, l’esborso vale un buon acquisto, anche se (nel caso) si ragionerà su come chiudere prima con buona pace di tutti. Sarri, infine, non ha avuto neanche un giocatore “utile” alla sua ideologia e quelli che si dovevano adattare neanche hanno provato. 

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