Juve nel guado, ciclo alla fine: il paradosso Ronaldo

Dopo l’esperienza Sarri, subito interrotta, molto è stato delegato a Cristiano, con un tecnico deb e un centrocampo non all’altezza
Juve nel guado, ciclo alla fine: il paradosso Ronaldo© LAPRESSE
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TORINO - Delegare. È il verbo che ha portato la Juve fuori strada, che l’ha allontanata dal suo modo di pensare, di agire e infine di giocare. Poco più di due anni fa la Juve ha delegato la sua grandezza a Cristiano Ronaldo, il primo Pallone d’Oro acquistato (e non fatto in casa come Sivori, Paolo Rossi, Platini, Baggio, Zidane e Nedved) nella sua storia e all’immensità di CR7 ha piegato il suo volere e il suo potere. Prima di Ronaldo, la Juve i Palloni d’Oro non li comprava, ma li cedeva per continuare a crescere e a vincere. Lentamente, la Juventus ha costruito una squadra con una testa (attacco) enorme e con un corpo (centrocampo) esile. Se pensiamo al centrocampo della finale di Champions di Berlino (giugno 2015) e lo paragoniamo con quello attuale si scopre l’abisso: da Pirlo, Marchisio, Vidal e Pogba la Juve è passata a Bentancur, Rabiot e Ramsey. Confronto improponibile, così come lo è stato quello di domenica sera a San Siro al cospetto di Brozovic, Barella e Vidal. Del resto, come dice Chiellini, «gli anni passano e i cicli finiscono».

Condizionata

La delega consegnata a Ronaldo è servita allo stesso Ronaldo per proseguire la sua carriera stellare, ma ha frenato la crescita della Juventus. Cristiano ha continuato a segnare e la squadra ha continuato a vincere lo scudetto come faceva con Matri e Vucinic, ma non la Champions, la ragione per cui la Juve aveva fatto il grande salto, anche sul piano economico. La presenza di Ronaldo ha condizionato le scelte e confuso le idee. L’idea di assumere Sarri è stata un controsenso, hanno preso un allenatore da...squadra e gli hanno consegnato un fenomeno che in vita sua non si è mai occupato e mai si occuperà della squadra. Poi hanno puntato sul personaggio fatto in casa senza esperienza, un allenatore che va aspettato, che si farà, ma nel tempo, preso giustamente per la Under 23 in Serie C (tutti devono cominciare dal basso, geni esclusi) e catapultato in Champions. Più che scelte sono tentativi. [...]

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