TORINO - Trent’anni fa, quando Luciano Spalletti allenava l’Empoli, parlava spesso di un suo giocatore che aveva una dote non comune, sapeva sempre come mettersi col corpo per ricevere la palla dal compagno nel modo più giusto. Quel giocatore, Alessandro Pane, è stato poi suo collaboratore alla Roma e all’Inter. La famosa “postura”, forse è da lì che dovrebbe ripartire Pirlo, un altro che col corpo, oltre che con i piedi, sapeva assorbire e orientare ogni passaggio. Se vuole cominciare l’azione dal basso, deve spiegare bene a Bentancur come va fatto, perché non è da tutti. C’è chi può farlo e chi no.
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Bentancur e Pirlo
L’errore di Oporto diventa macroscopico perché è arrivato il gol, ma più di una volta la partenza da dietro della Juve porta il gioco in spazi angusti, in una specie di prigione vicino alla bandierina del calcio d’angolo e da lì è difficile creare, puoi solo far partire il lancione per gli attaccanti. Se costruire da dietro è una moda, lo è anche il pressing alto e questo patisce la Juve. Quando Szczesny riceve palla da Chiellini e la tocca per Bentancur, il Porto ha quattro giocatori in pressing sui quattro juventini dentro o intorno all’area di rigore: Sergio Oliveira alle spalle di Bentancur, Taremi su Szczesny, Otavio su Danilo e Marega su Chiellini. Non scappi da lì, a meno che al posto di Bentancur non vi sia...Pane, o meglio ancora Pirlo. [...]
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