Per Pirlo c’è aria di flop, il ciclo Juve è a serio rischio

Cambiare tecnico nell’anno Covid era un rischio: in venti stagioni solo due volte (prima dell’inizio dell’era dei 9 scudetti di fila) aveva meno punti
Per Pirlo c’è aria di flop, il ciclo Juve è a serio rischio© Getty Images
Roberto Perrone
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ROMA - Ci sono crisi meno uguali di altre. La Juventus è la Juventus e i suoi momenti no, i suoi passaggi negativi fanno più rumore, soprattutto se capitano dopo nove campionati vinti e se da favorita si ritrova outsider. Per ora, comunque, non ha perso nulla, anzi: ha vinto la Supercoppa italiana, è in finale di Coppa Italia, ha la possibilità di andare avanti in Champions e (per l’aritmetica) di conquistare lo scudetto. Questo, però, si allontana. Alla vigilia di una partita fondamentale, contro uno Spezia imprevedibile, Madama si trova a meno 10 dall’Inter, al quarto posto in classifica. Questo possiamo dirlo: non è più padrona del suo destino.

Juve, i numeri sono impietosi

Solo due volte, nel Terzo Millennio, la Juventus ha avuto una classifica peggiore a questo punto: nel 2009-2010 (settima) e 2010-2011 (ottava). Inoltre i confronti con i tecnici degli ultimi due scudetti, accompagnati prematuramente alla porta, sono impietosi: sia Allegri che Sarri erano primi, Max con 66 punti, venti in più, mentre il vituperato vate del “sarrismo” ne aveva 57. Dal primo anno di Conte (2011-12) non si raccoglie così poco: allora erano 45 punti con una partita in meno ma anche tanti rivali in meno. Appunto, si è accentuata la tendenza comparsa nel 2019- 20, l’aumento delle contendenti. Fino all’ottavo scudetto consecutivo, a questo punto, Madama aveva un solo sfidante, quando c’era. Ora sono almeno sei, con la conseguenza paradossale, che la Supelega agognata da Andrea Agnelli vuole scongiurare, di trovarsi non solo a tentare una (proibitiva) ricorsa all’Inter, ma anche a guardarsi le spalle per mantenere il posto in Champions League.

Juve, l'unica big ad avere una nuova guida

Le cause di questa classifica negativa sono molteplici. Su tutte il disagio provocato dalla pandemia. Le squadre che hanno cambiato tecnico sono tra le più penalizzate. E tra le prime sette, Inter a parte tutte divise da una manciata di punti, la Juventus è l’unica ad avere una nuova guida. Tutte le squadre di vertice hanno affrontato la nuova stagione senza rete né filtro, ma le altre avevano già un impianto. Le correzioni in corsa sono più agevoli se c’è una base. Il club bianconero era uscito dal “sarrismo inespresso” con la convinzione che bastasse il carisma per ottenere una transizione rapida e vincente. Però, questa, la prima vera stagione “all Covid”, tra positività, infortuni e iella, era proprio quella più refrattaria alle novità. Il rapporto con Sarri era concluso e la sua sostituzione inevitabile e riavviarsi, in questo bailamme, sarebbe stato problematico con chiunque. Alla Continassa lo avevano messo in conto, crediamo, ma si sono trovati alle prese con molte variabili non contemplate o contemplate senza preventivare un impatto così negativo. Tra queste c’è pure la legge dei grandi numeri. Nove scudetti di fila rappresentano un record insuperabile, ma con il passare del tempo destinato a interrompersi. 

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