Juve, su Pirlo l'ombra del fallimento

La zona Champions sempre più a rischio. I dubbi sull’allenatore: ieri si sono rincorse voci, smentite, di esonero
Juve, su Pirlo l'ombra del fallimento© LAPRESSE
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C'è un fantasma che si aggira alla Continassa e agita i sonni di Pirlo e della Juve. E’ lo spettro del fallimento totale, quello che si materializzerebbe restando fuori dalla prossima Champions League. Uno scenario non così lontano dalla realtà perché, guardando la classifica, la Juve, oggi, è in piena bagarre, a pari punti con Napoli e Milan e al quarto posto solo per la differenza reti. E’ l’ora della grande paura, insomma. E non si può appunto dormire tranquilli, visto il trend che la squadra sta mantenendo ormai da tempo e che non dà alcuna sicurezza nell’ottica delle ultime cinque giornate. Anzi, una certezza esiste ed è che tutto è in bilico e tutto è in discussione. Nel presente e per il futuro.

La Juve ha smentito le voci di un possibile esonero di Pirlo

A cominciare proprio dall’allenatore. Nonostante le rassicurazioni pubbliche, ed inevitabili, da parte della società, infatti, la posizione di Pirlo è sempre più precaria. Il tecnico è legato ai risultati, naturalmente, ma non solo. La Champions è una necessità, non solo sportiva ma anche economica per il club; la coppa Italia sarebbe il fatturato minimo per raddrizzare un po’, ma soltanto un poco, una stagione quanto mai deludente, priva di ogni logica e ricca di errori. Un po’ di zucchero, insomma, non certo la panacea. Ma nel bilancio dell’annata verrà compreso anche l’operato di Pirlo, che comunque non è l’unico responsabile di questa situazione, e gli orizzonti che può avere il progetto varato la scorsa estate. E’ evidente, però, che ad un mese dalla fine della stagione, la squadra non ha fatto progressi. Anzi, se possibile, è peggiorata, avvitandosi sui difetti emersi già da tempo. La Juve non ha identità, non ha un canovaccio tattico, non ha mentalità, nè motivazioni. Tutte caratteristiche che l’hanno fatta grande negli ultimi nove anni e che sono evaporate. E fa paura soprattutto l’aspetto mentale. Un gruppo che appare sempre più in balìa degli eventi, scollegato dall’allenatore. Un gruppo che ha bisogno di subire sempre un cazzotto dall’avversario prima di scuotersi e (non sempre, invero) risollevarsi. In 33 giornate, i bianconeri non hanno mai messi in fila più di tre vittorie consecutive; la costanza di rendimento è diventata costanza solo negli errori, nei cali di tensione, negli approcci sbagliati. I numeri dicono: 14 partite su 33 sono state perse (5) o pareggiate (9), il 42,5%, e la maggior parte con avversari di caratura inferiore. Obiezione: in campo vanno i giocatori. L’auto-bocciatura che Pirlo si è inflitto a Firenze - «Non sono contento del lavoro fatto e non credo sia contenta neanche la società» - suona quasi come un segnale di resa. Anticipata, peraltro, e fuori tempo visto che, in ogni caso, tutto è ancora in gioco. Così per tutta la giornata di ieri si sono susseguite voci di una scelta drastica da parte della società, di un esonero di Pirlo con la promozione del suo vice, Igor Tudor. Tutto smentito, più volte e con fermezza.

Serve subito una scossa per entrare in Champions

Come uscirne? Domanda da un milione di dollari, verrebbe da rispondere. Soluzioni forti all’orizzonte non sembrano quindi essere all’ordine del giorno. Il rimedio al caos deve arrivare dall’interno, da una scossa necessaria da parte di allenatore e giocatori. Il rischio, concreto, è di chiudere nel peggiore dei modi e di riportare la lancetta dell’orologio indietro di dieci anni. Alla Juve dei due settimi posti consecutivi, poi risollevata da Antonio Conte, colui che ora sta ponendo fine al ciclo bianconero. Con la conseguenza di cancellare con un’annata disgraziata quanto costruito in dieci anni. A rispondere dovrà essere anche la dirigenza, ma questo è un altro capitolo di ciò che verrà. Ora serve solo la Champions. Per allontanare il fantasma del fallimento totale.


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