Allegri e Juve, il retroscena: l'altro no al Real e l’affondo Inter

Con Florentino Perez era già stato definito tutto ma l’addio di Zidane è arrivato fuori tempo massimo: e dopo il rifiuto nel 2018, il presidente madridista incassa una nuova delusione
Allegri e Juve, il retroscena: l'altro no al Real e l’affondo Inter© ANSA
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Per una notte, o almeno per qualche ora, Max Allegri è stato l'allenatore del Real Madrid. Almeno questo era quello che pensavano Florentino Perez e tutto l'ambiente madridista. Perché la decisione finale di Zinedine Zidane è arrivata quando in casa Real avevano già definito tutto su come affrontare il suo addio: scegliendo Allegri. Che d'altronde stava aspettando loro prima di compiere qualsiasi altra scelta, rispetto al primo no rifilato al Real nel 2018 quando semplicemente volle mantenere la parola già data alla Juve, questa volta era veramente tutto pronto in attesa solo delle firme. Poi gli ultimi frenetici giorni hanno stravolto il finale e Zizou si è espresso forse fuori tempo massimo, con Allegri che passerà alla storia anche per aver rifiutato per ben due volte il Real. Un "no" che invece non è riuscito a dire ad Andrea Agnelli e John Elkann: tra i tentennamenti di Zidane e un contesto mai così complicato avevano bisogno di lui. E Max, a loro, ha detto di sì.

Juve e Allegri, gli ultimi giorni

Una decisione tutt'altro che semplice o scontata, dopo due anni "al prato", in tanti si sono accorti di voler Allegri come prima scelta, che ha ascoltato tutti. Il Real, si sa. Ma anche il Napoli per esempio. Infine l'Inter. Ecco, l'Inter. Dietro il ritorno di fiamma degli ultimi giorni della Juve c'è forse proprio la rivoluzione tecnica nerazzurra. Senza la fuga di Antonio Conte non ci sarebbe stato il definitivo affondo di Beppe Marotta: la scintilla per convincere la coppia Agnelli-Elkann a fare di tutto per riportare alla base Allegri. L'idea di vincere con tutte e tre le grandi d'Italia stuzzicava Max, l'idea di gettarsi in un contesto così complicato proprio no, a vuoto quindi i rilanci dell'Inter. Semplicemente più naturale l'idea di poter tornare da vincitore alla Juve, con pieni poteri o quasi e con i "nemici" che han lasciato o lasceranno: il Real è il Real, ma la Juve è casa sua e Torino è diventata la sua città, lasciare l'Italia non è mai stata una priorità. Certo, dire no a Perez per dire di sì ad Agnelli ha un costo, perché l'offerta del Real era molto più alta e la Juve alla fine ha dovuto avvicinare addirittura quota 10 milioni per un contratto molto lungo. 

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