Juve, l'addio di Buffon: "Cerchio chiuso con la Coppa Italia"

"Il ricordo più bello è il primo scudetto con Conte. Cosa farò ora? Mi riposerò...", le parole dell'ormai ex portiere bianconero
Juve, l'addio di Buffon: "Cerchio chiuso con la Coppa Italia"© LAPRESSE
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TORINO - Ad un mese esatto dalla scadenza del contratto, Gianluigi Buffon dice addio alla Juventus dopo 685 presenze ufficiali: "La vittoria in Coppa Italia è stato un bel finale - afferma il portiere campione del mondo con la Nazionale italiana 2006 ai canali tematici bianconeri -, viene suggellato un fine rapporto con una bellissima vittoria e grandissime scene di empatia ed amicizia tra me e i miei compagni. È stato da parte mia un addio molto sereno, l'avevo già vissuto 3 anni prima. Non ci fai l'abitudine, ma con l'esperienza passata hai dei punti cardinali per non patire determinate emozioni. L'ho vissuta con molta naturalezza. Il fatto che sia tornato lascia capire che uno se ne può andare ma può anche tornare, nella testa della gente c'è la serenità di dire 'Magari Gigi può tornare tra di noi'. In tutti questi anni sono diventato juventino, ho fatto miei determinati valori, ed adesso sono più felice di allora perchè sono juventino con coscienza, ho scelto di essere juventino".

Buffon: "Alla Juve nel 2021? Mai lo avrei pensato"

"La prima reazione alle mie immagini in bianconero di 20 anni fa? Ero teso come se fosse la finale di Champions, e non avrei pensato mai di essere ancora alla Juve nel 2021 come portiere. Non pensavo di riuscire a mettere sul campo una determinazione ed una classe così. Sono riuscito a fare questa carriera grazie anche ai valori della Juve: umiltà, lavoro, volersi migliorare sempre. Il ricordo specifico di questi 21 anni con la Juve? Molti dicono la Serie B, ma io non ci ho mai pensato troppo. Le cose le faccio in maniera istintiva, ho sensazioni animalesche che mi fanno capire cosa è giusto e cosa è sbagliato fare. Come mi sento ad essere considerato il portiere più forte di sempre? Non ho mai pensato a questa etichetta, anche se mi fa piacere. Ti appaga, ti fa capire che sei sulla strada giusta, il giudizio degli altri ti può aiutare a fare qualcosa in più. Il calcio è cambiato tantissimo, è più difficile rispetto ad altre epoche, ma ci sono strumenti di allenemento che oggi aiutano di più un portiere. Voler per forza trovare il più bravo è un qualcosa che trovo poco sportivo. Le icone restano tali. Pelè, Maradona, CR7... sono stati giocatori stratosferici, non c'è bisogno di trovare il migliore a tutti i costi".

Buffon: "Il momento più felice? Il primo Scudetto con Conte"

"Il desiderio di perfezionarmi sempre? Credo che se dovessi rivedere i gol presi in carriera, avrei da ridire su buona parte di essi. La prima cosa che conta nella vita, se vuoi migliorare, è quella di essere autocritico. Ho avuto questo insegnamento da mio padre, che da sportivo, era molto critico. Se ho fatto quello che ho fatto è perchè ho sempre cercato la perfezione. Più vicino ci vai e meglio giochi. Il momento più felice della mia carriera juventina? A Trieste, quando ho vinto lo scudetto con Conte. Era la chiusura di un cerchio che ha dato forza alle mie scelte da giocatore. Ho sposato la causa perchè ci credevo, perchè potevo tornare a vincere con la Juve. Qualche pensiero di andare via nel 2006 mi era venuto, ma poi la vita mi ha ridato tutto. Ho sofferto tanto dal 2006 al 2012, ero il portiere di riferimento ed ho deciso l'isolamento".

Buffon: "Cardiff è stato il momento più doloroso"

"Il momento più doloroso? Cardiff. Non per la sconfitta, ma perchè ci siamo disgretati nel secondo tempo. Abbiamo dato l'impressione di non essere competitivi al massimo livello. Mi ha fatto male, anche per orgoglio. Altra cosa che mi ha fatto male è stata l'eliminazione a Madrid. Dentro di me, durante quella partita, ero orgoglioso di essere il capitano di quella squadra. Se ho rivisto le immagini di quella gara? No. Se ho mai pianto per la Juve? Difficilmente piango per un risultato, ma posso essere triste o arrabbiato per come arriva un risultato. Nella partita di Madrid la gente deve essersi sentita orgogliosa degli uomini. Se guardavo la Juve quando ero a Parigi? No, era troppo fresca come cosa. Di Parigi comunque posso dire che è stata un'esperienza bellissima. Mi ha dato tanto dal punto di vista umano, mi ha fatto crescere, mi sentivo un cittadino del mondo. Dal punto di vista sportivo credo di aver giocato in una squadra stratosferica, con gente come Neymar, Mbappè. Ero sicuro di arrivare in finale di Champions quell'anno".

Buffon: "La BBC? Tre ragazzi per bene"

"Se ho mai avuto paura di una partita? Un po' di paura ce l'ho sempre prima delle partite importanti. Quando entro negli spogliatoi a 5 minuti della partita rifiorisco, mi capita in 9 partite su 10. Probabilmente riesco a scuotermi pensando che c'è da andare, e non c'è altra soluzione. Se c'è qualcosa che non ho mai detto a un compagno, dirigente o allenatore? Penso di aver detto le cose importanti a tutti. Sentivo la stima di compagni e dirigenti, anche dei tifosi. Sentivo che avevano una stima che non potevo tradire, più responsabilità avevo più mi sentivo forte. Se sono riuscito a fare un certo percorso è anche per merito loro. La BBC? Mi vengono in mente 2 cose: il legame, che ti unisce in maniera più forte dell'amicizia, e come secondo termine, ragazzi per bene. Sono 3 ragazzi per bene, sarà difficile trovare persone così nel mondo attuale del calcio. Lo spogliatoio? C'era un mix tra italiani, che trainavano il gruppo, e stranieri, ci è sempre piaciuto farci contaminare da loro. Abbiamo accolto tutti a braccia aperte, Mandzukic è stato qui 4-5 anni e non voleva più andare via. Con tutti si è creato un bel clima, ne ricordo tanti, credo che tutti siano stati bene con noi".

Buffon: "Sono tornato alla Juve per giocare con Cristiano Ronaldo"

"Se ho dovuto alzare qualche volta la voce nello spogliatoio? Può essere, non ricordo. Se sento che devo dire una cosa la dico, non è che devo starci troppo tempo a pensarci su. Cosa mi mancherà di più dello spogliatoio della Juve? Questo capitolo della mia vita va chiuso, penso che non avrò contraccolpi, pensavo di smettere già 3 anni fa. Adesso sono ancora più convinto, non avrei dispiacere se dovessi smettere, sono felice, ho una bellissima famiglia, tanti interessi extra calcio. Nella mia testa sono un sognatore, ho tante cose da acchiappare. Il ritorno alla Juve da secondo? All'inizio non ero molto convinto. Avevo opportunità di fare la Champions in buone squadre, poi ho pensato ai 41 anni e ai possibili problemi fisici, e mi sono detto di entrare nell'ordine di idee di agevolare la situazione familiare e tornare alla Juve. C'era anche l'opportunità di tornare con i ragazzi, chiudere un cerchio e poi probabilmente smettere di giocare. Mi faceva piacere anche giocare con CR7, e di mettermi alla prova e sparigliare le carte. Ho pensato che potesse essere una bella esperienza personale, vedere fin dove potevo arrivare come altruismo ed ottimismo. Questa esperienza mi ha insegnato tanto, il rispetto e la stima dei compagni e per i compagni, lo rifarei, ho un bel rapporto con Szczesny e Pinsoglio".

Buffon: "La Juve? Un master di calcio"

"Cos'è la Juve per me? È un qualcosa che è come un master di calcio. Aver avuto l'onore di rappresentarla, e rappresentare i suoi tantissimi tifosi. Mi sento fortunato, più di così non potevo avere. Una cosa che mi ha disturbato, è stato però che l'entusiamo della squadra quest'anno è venuto un po' meno con le prime difficoltà. I veri tifosi non devono affossare la squadra alla prima difficoltà. Se tifo Juve i miei giocatori sono i più forti fino a maggio, non fino a febbraio. Mi hanno disturbato anche i commenti sul mio impiego contro il Barcellona: 'Gioca Buffon perchè è amico di Pirlo'. Regali non ne voglio, sentire che qualcuno dubitava mi ha spinto a lasciare la Juve. È comunque normale, perchè la gente ha anche bisogno di vedere giocatori nuovi e situazoni nuove. Cosa farò adesso? Ho bisogno di staccare. Ho bisogno di riposare e mettere nel mio serbatoio energie nuove. Non voglio pentirmi di qualunque scelta farò. Se sono felice oggi? Si molto, sono felicissimo, non chiedo di meglio. Posso anche smettere, penso di aver fatto abbastanza nella mia carriera. So che devo migliorare ancora alcune cose come persona, ma sono contento di come sono venuto fuori come uomo. Se non fossi stato soddisfatto di me come persona, non sarei stato felice. Sono sulla strada giusta".


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