Juve, la svolta di Allegri: Dybala inventa e Ronaldo guarda. E ora?

L’argentino subito in gol contro l'Udinese, il portoghese e un caso svuotato
Juve, la svolta di Allegri: Dybala inventa e Ronaldo guarda. E ora?
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Lo sceneggiatore del pomeriggio della Dacia Arena si è davvero sbizzarrito. L’esordio della Juve nella nuova stagione è stato un film con i protagonisti più attesi al centro della trama. In modo clamoroso, impetuoso. E gli attori sono loro, e chi se no: Ronaldo e Dybala. Si inizia nel modo più inatteso, con il giallo che scoppia a poco più di un’ora dal via del campionato, all’arrivo delle formazioni ufficiali: CR7 va in panchina. Boom! Dopo aver saltato l’ultimo collaudo infrasettimanale contro i ragazzi dell’Under 23, dopo le parole rassicuranti di Allegri alla vigilia, ecco che Cristiano è fuori dall’undici titolare. E con lui Chiesa, per un problemino fisico. Il fenomeno, invece, almeno ufficialmente, sta bene quindi la scelta di Max di affidarsi alla Joya e a Morata fa rumore. La pentola a pressione è scoppiata, pensano in molti. Il fuoco che covava sotto la cenere dalla fine della scorsa stagione e che ha continuato ad ardere per tutta l’estate è diventato incendio. Le voci si rincorrono: Ronaldo pensa ancora al mercato e avrebbe chiesto di non giocare. La Juventus però spegne immediatamente il caso e i panni del pompiere li veste Pavel Nedved. «Non bisogna cercare sensazioni dove non ci sono - ha spiegato il vicepresidente a Dazn - E’ stata una scelta condivisa con il giocatore, siamo all’inizio della stagione ed è normale che la sua condizione non sia al top. Non riguarda solo Ronaldo, ma tutta la rosa. Anche Chiellini, un campione d’Europa, è in panchina. Allegri sta cercando di mettere in campo la squadra migliore. Ci sono scelte fatte per essere competitivi». E alla domanda se Cristiano resterà. Nedved ribadisce fermamente: «Assolutamente sì». Stesso concetto espresso sabato da Allegri.

Ronaldo in panchina applaude Dybala

Ronaldo si accomoda in panchina, quindi. Ed è davvero strano: era dal 16 agosto 2003, giorno dell’esordio con il Manchester United, che non iniziava il campionato da spettatore. Lo sguardo è teso, concentrato, si scioglie soltanto in qualche sorriso con Pinsoglio. Ma Cristiano non sembra lontano dalla Juve come atteggiamento. Si alza ad applaudire convinto il gran gol di Dybala, partecipa dando consigli a Bernardeschi durante il cooling break. Già, la Joya. Il mondo bianconero sembra ribaltato, sono le avvisaglie dell’inizio di una nuova era: CR7 con il bilancino, Paulo al centro della Juve.

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