Juve, senti Chiesa: "Qui per vincere tutto. Voglio essere il migliore"

L'esterno bianconero sul difficile inizio di stagione: "Partenza al di sotto degli standard. La pressione è il prezzo da pagare se giochi in questo club. A Wembley notte magica"
Chiesa© Juventus FC via Getty Images
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Federico Chiesa si racconta senza veli e in un'intervista al quotidiano inglese Telegraph parla della Juve, della vittoria dell'Europeo con l'Italia e non solo. A proposito dell'incredibile notte dell'11 luglio a Wembley ammette: "Probabilmente la migliore della mia vita. Abbiamo subito gol all'inizio e ci ha un po’ spaventati, era strano perché non concedevamo di solito e subire presto un gol in finale è difficile. Però ci siamo rifatti, con la nostra umiltà e mentalità. L’Inghilterra è stata fantastica, una finale combattuta e finita ai rigori: lì Donnarumma è stato il migliore, ha parato due rigori e si è meritato il premio. Berardi ha segnato, poi Belotti ha sbagliato, no? È stata dura - racconta -. Ero accanto a Emerson Palmieri e mi sono rivolto a lui e gli ho detto 'Non può essere. Cambiamo posizione'. Ero in ginocchio, quindi ho detto 'alziamoci e vediamo se questo fa andare bene le cose'. Quindi ci abbiamo provato. E quando Donnarumma ha respinto l'ultimo rigore a Bukayo Saka è stato il caos. Alla fine metà dei giocatori piangeva e l’altra parte correva per il campo cercando di abbracciare Donnarumma. Emozione, pianti, un sogno che si avvera". Stasera Chiesa si troverà di fronte il connazionale Jorginho, perno del centrocampo del Chelsea, avversario della Juve nel secondo turno della fase a giorni della Champions League. Sull'ex Napoli dice: "È un giocatore straordinario. Spesso quando non ha la palla sta facendo un sacco di ‘lavoro sporco’ per la sua squadra. Ha una grande conoscenza del calcio, in campo e anche fuori perché aiuta gli altri giocatori a capire cosa dice l’allenatore".

Chiesa e la Juve 

Figlio di Enrico, ex Sampdoria, Parma, Fiorentina e Lazio, tra le altre, Federico è approdato alla Juve la scorsa estate risultando subito uno dei migliori della rosa a disposizione di Pirlo. A proposito di questo primo scorcio di stagione, l'ex Fiorentina commenta: "Non siamo sugli standard del passato alla Juve. Ci sarà più pressione su di me e sui miei compagni di squadra dopo la vittoria degli Europei, ma vogliamo sia così. Io sono qui per questo, per questo ho scelto la Juve. Alla Juve perché vogliamo vincere tutto e la pressione è il prezzo da pagare, perché qui le richieste sono più elevate". Il classe '97 spiega poi perché ha scelto la Juve: "L’anno scorso quando sono arrivato qui per la prima volta ero felicissimo. So anche io come Giorgio Chiellini, Bonucci, tutti gli altri, lo staff, il presidente, qual è la mentalità della Juve: si tratta di vincere, sempre. Nient'altro va bene. Ed è bellissimo. L'aver vinto con l’Italia mi rende ancora più entusiasta, voglio vincere sempre di più. Poi ho 23 anni, ho appena vinto l’Europeo e gioco nella Juve, sono felice! Ho ancora tanta fame, però, voglio vincere e dimostrare sempre di più a tutti e a me stesso, migliorando ogni anno di più. Ora c'è il Chelsea, che è un avversario importantissimo". A proposito delle affermazioni di Prandelli, secondo cui Chiesa potrebbe diventare il miglior calciatore d'Europa, Federico ringrazia ma sottolinea: "C’è ancora molto lavoro da fare, molto da migliorare, ma spero che un giorno questa frase diventi realtà. Le richieste dal mercato aumentano perché ho appena vinto un torneo internazionale e gioco alla Juve, ma è ciò che voglio. Perché voglio sempre dare il massimo"

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Chiesa rivela: "Volevo smettere"

Chiesa riavvolge il nastro e ricorda l'adolescenza tra calcio e scuola: "Studiavo inglese. I miei genitori credevano che sarei potuto diventare un calciatore, ma pensavano che avrei anche potuto fare qualcos’altro. Mia mamma mi ha sempre ripetuto: 'Se hai buoni voti a scuola, avrai buone prestazioni anche nel calcio e viceversa. Le due cose sono complementari. Oggi l’istruzione è fondamentale, nel mio caso per esempio aiuta a superare la pressione dei media. Posso razionalizzare le cose, quello che mi succede e riesco a tenere la testa concentrata. Vi faccio un esempio: io sono su Instagram, ma non lo uso mai, non ce l’ho sul telefono, perché so che non rappresenta la realtà". L'esterno della Juve si lascia poi andare e rivela di quando pensò a smettere con il calcio: "Ero nelle giovanili della Fiorentina e non giocavo, quindi ho pensato di smettere e provare qualcos'altro. Poi con l'aiuto della mia famiglia ho deciso di continuare, allenarmi sempre più duramente e crescere fisicamente, dato che ero piccolo e magro, a 14 anni non avevo il fisico dei miei compagni e quindi non giocavo. Nella vita ho due passioni: il calcio e l’universo. È sempre stato così. Penso che sia una questione legata al mistero: sappiamo molto di ciò che ci circonda, ma non l’intera storia. È questo mistero che mi affascina, ci penso molto"


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