Juve, Bonucci: "Potevo andare allo Zenit dieci anni fa"

Le parole del difensore alla vigilia della sfida di Champions League contro il club russo: "Conte mi disse che ero l'ultimo nelle gerarchie. Ronaldo? Dobbiamo ritrovare lo spirito che c'era prima di lui"
Juve, Bonucci: "Potevo andare allo Zenit dieci anni fa"
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TORINO"Zenit? Potevo andarci dieci anni fa. Conte mi disse che ero l'ultimo nella gerarchia dei difensori e che potevo trovarmi un'altra sistemazione. Con lo Zenit intavolammo una trattativa, ma diedi retta al mio orgoglio e scelsi di restare.". È il clamoroso retroscena svelato da Leonardo Bonucci, proprio alla vigilia della sfida contro il club russo in Champions League. Il difensore bianconero ha rilasciato un'intervista a Prime Video parlando delle sue esperienze nella massima competizione europea: "Delle due finali di Champions rigiocherei quella di Cardiff. Con il Barcellona non avevamo nulla da perdere e affrontavano una squadra di marziani. Con il Real dopo un ottimo primo tempo ci fu un calo di tensione. Spero di poter avere l'occasione di giocare una terza finale in questi ultimi anni di carriera.".

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"Ronaldo? La squadra giocava per lui"

Bonucci ha poi parlato dell'addio in estate di Cristiano Ronaldo: "Ha fatto una scelta che abbiamo rispettato. L'anno scorso la squadra giocava per lui, adesso il gruppo deve ritrovare quello spirito Juve che c'era prima del suo arrivo. Lo scorso anno, anche se abbiamo vinto due trofei, non abbiamo ottenuto lo scudetto soprattutto per demeriti nostri più che dei meriti di chi poi ha vinto. Con Allegri questo gruppo deve ritrovare il gusto della fatica.".

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"Sgabello in Porto-Juve? È stata colpa mia"

Il difensore bianconero è poi tornato sull'episodio dello sgabello in Porto-Juve nel 2017: "Fu colpa mia. Tendo a vivere la partita con grande passione e non volevo stare tra le poltroncine, così mi misi in piedi e poi su uno sgabello della lounge. Sono contento che si sia verificato quell'episodio, perché non ha fatto altro che cementificare il mio rapporto con Allegri.". Infine sulla sua esultanza: "Nessuna provocazione, è un gesto goliardico nato per scommessa con gli amici. Quando ho visto che anche i ragazzini lo ripetevano, ho deciso di continuare a riproporlo.".


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