Juve, Chiellini: "Superlega? Nessuna paura del cambiamento"

Il difensore bianconero a tutto campo: "Il calcio è diventato insostenibile, servono più partite di livello europeo. I giocatori vanno ascoltati"
Juve, Chiellini: "Superlega? Nessuna paura del cambiamento"© LAPRESSE
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Anche Giorgio Chiellini scende in campo per un cambiamento del mondo del calcio, strizzando l'occhio alla Superlega: "Siamo a un punto di non ritorno - dice a Dazn il 37enne difensore della Juve e dell'Italia - istituzioni, club e giocatori devono incontrarsi per riformare il calendario, creare nuove competizioni e dare slancio a questo sport che resta il più bello al mondo, ma migliorabile". Il difensore bianconero spiega il proprio pensiero: "Col presidente (Andrea Agnelli, n.d.r.) ne parlo da qualche anno e, secondo me, il futuro del calcio mondiale va verso un'europeizzazione rispetto al campionato nazionale; gli atleti del nostro livello e i tifosi vogliono vedere più partite del livello europeo con tutto il rispetto di alcune squadre del campionato italiano, che sono troppe: dovrebbero essere 18, si potrebbe tornare anche a 16, ma 18 è il numero giusto per aumentare la competitività e dare più spazio a partite di livello europeo". Chiellini ricorda che "in America hanno creato superleghe in ogni sport e anche se noi romantici del calcio vorremmo l'abolizione della Var, giocare senza fuorigioco o tornare al passaggio al portiere, il mondo sta andando avanti e non bisogna essere spaventati dal cambiamento".

Chiellini: "I calciatori protagonisti inascoltati"

Secondo il capitano della Juventus e della nazionale "manca il dialogo e si sta andando verso una situazione insostenibile per tutti, per noi e per i club, anche i tifosi lo percepiscono. Mi auguro che si trovi una soluzione e ci si metta al tavolo fra persone serie per parlare di calcio e non di interessi personali". Chiellini confida in un maggiore coinvolgimento dei calciatori nei processi decisionali: "Siamo ben pagati, ma questo non vuol dire che non dobbiamo essere presi in considerazione, siamo gli attori protagonisti. Guardate alle ultime due soste per le nazionali, coi poveri sudamericani costretti a viaggi interminabili e che non tornano neanche in tempo per le partite. E' una mancanza di rispetto verso tutti, bisogna fare tutti un passo indietro per trovare la soluzione migliore per il futuro del calcio".


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