Juve, l'inchiesta plusvalenze e la frase shock: "Sotto c'è tanta m..."

Nelle intercettazioni il coinvolgimento dei vertici del CdA e quel "non è solo colpa del Covid": ecco la base dell’inchiesta della Procura di Torino
Juve, l'inchiesta plusvalenze e la frase shock: "Sotto c'è tanta m..."© Juventus FC via Getty Images
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TORINO - «Sì, ma non era solo il Covid e questo lo sappiamo bene». L’intercettazione telefonica raccolta dalla Procura di Torino rende l’idea: non è stata solo la pandemia a colpire duramente i conti della Juventus, diventata «una macchina ingolfata». «Proprio gli investimenti oltre le previsioni del budget - si legge nel decreto di perquisizione - e gli “ammortamenti e tutta la m… che sta sotto che non si può dire” sono stati tra le cause dello squilibrio economico e finanziario che ha portato la società Juventus ad essere appunto paragonata ad “una macchina ingolfata”». Non era colpa soltanto del Covid, insomma, ma di quella che i Pm torinesi definiscono la «Gestione Paratici». E’ proprio Fabio Paratici, fino al giugno scorso a capo dell’area sportiva e ora al Tottenham, secondo gli investigatori, «l’artefice della pianificazione preventiva delle plusvalenze». In altre intercettazioni si ascoltano queste frasi: «Hanno chiesto di fà le plusvalenze» e «Che almeno Fabio, dovevi fà le plusvalenze e facevi le plusvalenze».

Consapevoli

Gli inquirenti rilevano che i vertici del club erano al corrente di quella che viene definita una «gestione malsana delle plusvalenze», utilizzate come strumento «salva bilanci». «Per quanto emerso dalle attività di ascolto - proseguono i magistrati - i vertici del Cda della società bianconera, in primis il presidente Andrea Agnelli, appaiono, di fatto, ben consapevoli della condotta attuata dall’ex manager bianconero e delle conseguenze estremamente negative sotto il profilo finanziario, non certo derivanti solo dal contesto pandemico in atto». E qui arriva appunto la telefonata in cui si ammette: «Sì, ma non era solo il Covid e questo lo sappiamo bene!».

Sereno

Durante l’ultima assemblea degli azionisti, svoltasi a fine ottobre, al presidente Agnelli era stato chiesto conto della segnalazione che la Covisoc aveva fatto alla Procura della Figc su 62 operazioni di mercato che avevano generato plusvalenze sospette, 42 delle quali effettuate dal club bianconero. «Ogni operazione di questa società è comunicata in quanto quotata in Borsa. Siamo assolutamente rispettosi delle indagini in corso, abbiamo dato le informazioni richieste e stiamo collaborando». Un riferimento all’ispezione della Consob è presente invece nel prospetto informativo che la Juventus ha redatto per l’aumento di capitale da 400 milioni che partirà proprio domani. «L’emittente (la Juventus, ndr) è esposto al rischio che, ad esito della verifica ispettiva in corso, la Consob adotti provvedimenti sfavorevoli per il gruppo - si legge nel documento -. La Consob può avviare un procedimento amministrativo e “nel caso in cui abbia accertato che i documenti che compongono le relazioni finanziarie non sono conformi alle norme che ne disciplinano la redazione, può chiedere agli emittenti di rendere pubblica tale circostanza e di provvedere alla pubblicazione delle informazioni supplementari necessarie a ripristinare una corretta informazione del mercato”». Nel caso, «potrebbero verificarsi impatti negativi anche significativi sulla reputazione e sulla situazione economica e patrimoniale dell’emittente e del gruppo. Il verificarsi degli eventi oggetto di tale rischio, che è considerato dall’Emittente di media probabilità di accadimento, potrebbe avere un impatto negativo rilevante sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria del gruppo. Tenuto conto di quanto precede, l’emittente stima che il rischio abbia alta rilevanza».


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